Djokovic crolla a Roma, "come sono cambiato dopo la borraccia in testa"
La caduta degli dei. Sembra una maledizione ma l’edizione 2024 degli Internazionali di Roma passerà alla storia del tennis per l’incredibile e quotidiana scomparsa dal tabellone delle principali teste di serie e di quasi tutti i tennisti italiani. Non bastavano le preannunciate rinunce di Sinner, Berrettini e Alcaraz, la malinconica resa di Rafa Nadal e le repentine uscite di Fognini, Sonego, Arnaldi e, ieri, di Passaro (ko contro Nuno Borges per 4-6 7-6, 7-6): il numero 1 del ranking e del torneo, ovvero sua maestà Nole Djokovic, ha clamorosamente alzato bandiera bianca contro il misconosciuto cileno Alejandro Tabilo che, al cospetto di un centrale attonito per quello che stava accadendo, ha battuto il Joker in due set: 6-2, 6-3 per il 26enne tennista nato in Canada, numero 32 del mondo, testa di serie numero 29 del torneo e sinora incapace di battere un top 10 del ranking.
PESSIMA IMPRESSIONE
Il tutto in un’ora di gioco durante la quale Djokovic ha offerto una pessima impressione di sé: sfiatato, sulle gambe, con i colpi privi di potenza e un servizio da tennista della domenica. Così i diecimila paganti del centrale, dopo aver visto dileguarsi l’amato Nadal sabato, hanno assistito al capolinea di un altro beniamino del tennis degli ultimi 20 anni, non risparmiando fischi per un torneo che si impoverisce giorno dopo giorno. Per il cileno, che a tratti è parso la reincarnazione di Roger Federer, è la prima vittoria in carriera contro un top 10, il primo cileno a battere il n. 1 al mondo da Fernando Gonzalez nel 2007. Un risultato incredibile quello di ieri che apre il tabellone nella parte alta, ma soprattutto incide nella corsa al primo posto del ranking ATP e riguarda molto da vicino Jannik Sinner, in questi giorni alle prese con la rieducazione all’anca. Se Djokovic non arriverà in finale al Roland Garros e se Medvedev non vincerà sia Roma che Parigi, Sinner diventerà numero 1 al mondo senza giocare lo Slam parigino. La matematica non è mai stata un’opinione.
Djokovic colpito da una borraccia lanciata dagli spalti: "Gli sanguina la testa" | Video
Malinconica la resa di Djokovic, come ha sottolineato il serbo che il Master 1000 romano ha vinto in sei occasioni: «Sono preoccupato. Ho giocato male, è stato tutto molto difficile dal punto di vista della coordinazione, del ritmo, dell’equilibrio. Sono stato un giocatore completamente diverso rispetto all’incontro contro Moutet e non so il perché. Nelle mie scarpe è entrato un altro giocatore rispetto al solito Nole, ero completamente off». Poi Djokovic è tornato sull’episodio della borraccia di tre giorni fa: «Non so se abbia influito sulla sconfitta. È stato un episodio sfortunato, è scivolata dall’alto ed è caduta in testa. Ho sentito un colpo molto forte, mi sono medicato e ho avuto un’ora di nausea e sangue. Sono riuscito a dormire, ho avuto mal di testa e pensavo poi di essere a posto. Ma non era così. Non ho fatto nessun esame, avrei dovuto: adesso lo farò e vediamo cosa viene fuori». A questo punto c’è peró da chiedersi se anche l’ultimo dei Big Three (Federer, Nadal e, appunto, Djokovic) sia davvero alle ultime curve di una leggendaria carriera che lo ha visto vincere più Slam (24) contro i 22 di Rafa e i 20 di King Roger.
La sceneggiata di Djokovic: come si presenta dopo il colpo in testa | Guarda
FINE DI UN’ERA
«Nole ha 37 anni e, alla sua età, con l’incredibile ma sfiancante storia agonistica che ha alle spalle un anno in più ne vale dieci. Ma non lo darei per finito», ci ha detto Ivan Ljubicic, già coach di Federer quando Nole era uno degli avversari più ostici. Il problema è questo 2024 di Nole, deludente nel primo Slam stagionale in Australia, poi a Indian Wells e Montecarlo e protagonista di lunghi periodi di assenze dai tornei (ha saltato Miami, Barcellona e Madrid). Dopo Roma, Nole ha ora tre obiettivi principali: il Roland Garros, Wimbledon e il torneo olimpico parigino. Dopo questi step ne sapremo di più sul suo futuro: dopo Federer, ormai un magnifico ricordo, e dopo Nadal, l’ombra del magnifico guerriero che ha acceso gli ultimi 20 anni del tennis sulla terra rossa, avremo anche l’immagine di un Djokovic pronto a entrare nel museo nobile di questo sport?