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Il Como promosso in A: i miliardi degli Hartono e le idee di Fabregas, stavolta sarà diverso

Claudio Savelli
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Il Como in serie A è un bene per la serie A e per il calcio italiano tutto. È sempre bello quando una proprietà straniera compra un club reduce da innumerevoli fallimenti e lo porta nella massima serie. In questo caso è ancora più bello perché la proprietà è una delle più facoltose del mondo, i fratelli Robert e Michael Hartono sono tra i 65 uomini più ricchi del pianeta, ma non ha messo tutti i soldi del mondo per portare il Como in A. È una lezione di imprenditoria a noialtri, non sempre capaci a produrre risultati in modo sostenibile.

In più il Como è una società, una squadra, un club, e di riflesso un luogo, una città, un posto di cui già si parla all’estero. Un brand internazionale prima di giocare le coppe internazionali. Per una serie A incapace di comunicarsi e di vendersi oltre i confini, questo Como è una manna dal cielo. Se ne parla perché al suo interno ci sono personaggi di rilievo e storie affascinanti. C’è quella degli Hartono, famiglia indonesiana che ha deciso di comprare questo piccolo club del nord Italia, praticamente sconosciuto all’Europa, figuriamoci all’Asia. C’è quella di Dennis Wise, ex centrocampista tutto lotta e muscoli trasformatosi in un manager dal cervello sopraffino. E c’è quella di Fabregas, probabilmente l’allenatore-ombra più influente del pianeta. Già il fatto che uno come Cesc, campione di tutto da calciatore, abbia scelto Como per chiudere la carriera in campo e iniziare quella fuori è una storia degna di Netflix e compagnie filmanti (infatti il Como sta auto-producendo un film su Fabregas).

 

COME UN ROMANZO

In più Fabregas è stato incaricato di dirigere la prima squadra lo scorso novembre, dopo pochi mesi alla guida dell’Under 19, ma ha formalmente potuto allenarla solo un mese in deroga non avendo il patentino Uefa Pro, così a dicembre è stato assunto Roberts che nella FA, federazione inglese, è uno dei docenti che rilascerà il patentino stesso a Fabregas: un romanzo nel romanzo e una particolarità che racconta la visione di Wise e l’investimento del Como su Cesc, oltre che quello di Cesc nel Como. Lo spagnolo detiene infatti qualche quota della società, di fatto è un "owner-manager" o, meglio, uno "shareolder-manager", cosa particolare e quindi attrattiva. Anche Henry, amico di Fabregas e dotato di patentino approvato da Roberts, è entrato in società come azionista lo scorso anno, e ora va in tv a raccontare le imprese del Como.

Qualche settimana fa a CBS, canale di Paramount, nello studio calcistico migliore (e più social) del mondo dedicato alla Champions League, questo piccolo club della serie B italiana è diventato un argomento di discussione. E tutti i fan di Henry si sono naturalmente lanciati alla scoperta del Como. Tifosi per curiosità che ora seguiranno il club in serie A, sapendo che mancava da 22 anni, dal 2002/03, e che stavolta sarà diverso. Non arriverà una doppia retrocessione (discesa in B e poi subito in C) e il fallimento societario con conseguente ripartenza dalla D (misfatto che si ripeterà nel 2017). Non succederà perché ora il Como è una cosa seria. E la serie A ha bisogno di cose serie.

Il finale è stato thriller, con il Como che ha pareggiato in casa con il Cosenza e il Venezia che ha perso a La Spezia, venendo tra l’altro rimontato. Smaltita l’enorme delusione per aver soltanto accarezzato il sorpasso all’ultima giornata, i lagunari dovranno ripartire dal purgatorio dei playoff. Catanzaro, Palermo, Sampdoria e Brescia affronteranno il turno preliminare, che si disputerà in gara unica tra venerdì 18 e sabato 18 maggio.

 

GLI ALTRI VERDETTI

Venezia e Cremonese entreranno in scena per le semifinali: andata il 20 e 21, ritorno il 24 e 25. Anche le finali si disputeranno in due round, il primo il 30 maggio e il secondo il 2 giugno.Sul fondo della classifica all’Ascoli non basta la vittoria contro il Pisa per evitare la retrocessione: raggiunge in Lega Pro il Lecco e il FeralpiSalò. Ternana e Bari dovranno disputare i playout (andata il 16 maggio, ritorno il 23), nonostante i rispettivi successi contro FeralpiSalò e Brescia. In Puglia il clima è infuocato nei confronti dei De Laurentiis, accusati di essersi disinteressati alla squadra: il sentimento comune è di essere stati sedotti e abbandonati, con l’eventuale retrocessione che verrebbe vissuta come un dramma. A salvarsi all’ultimo respiro è stato invece lo Spezia: ha ribaltato il Venezia dopo essere andato sotto e si è tenuto stretto il quindicesimo posto, l’ultimo che evita l’inferno dei playout.

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