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Adriano Panatta, la sentenza su Jannik Sinner: "Probabilmente ha sbagliato"

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Un forfait doloroso, quello di Jannik Sinner: il campione italiano, numero 2 nel ranking Atp e a caccia del primo posto assoluto oggi di Novak Djokovic, non giocherà a Roma, agli Internazionali d'Italia. Un passo indietro dovuto ai problemi all'anca che lo hanno già costretto al ritiro a Madrid, dove era impegnato nel Masters 1000 sulla terra rossa.

Forse, Jannik ha chiesto troppo al suo corpo. In questo 2024 ad ora semplicemente stratosferico, infatti, non si è certo risparmiato, prendendo parte quasi a tutti i tornei possibili nella sua caccia grossa al primo posto mondiale. E ora il suo corpo gli ha presentato il conto: l'obiettivo è quello di tornare per il Roland Garros, dove in caso di vittoria potrebbe conquistare la vetta della classifica Atp.

Nulla da rimproverare al campione di San Candido, la sua "foga" sportiva è assolutamente comprensibile. Ma anche Adriano Panatta, l'eroe della Coppa Davis del 1976, ammette che sì, forse Jannik ha esagerato. "Probabilmente ha sbagliato a giocare a Madrid, ma capisco le ragioni che lo hanno spinto a partecipare al torneo", si è concesso nel corso di un'intervista a Sport 24, il segmento di approfondimento sportivo in onda su Rai News 24.

 

Panatta, nei giorni scorsi, aveva rilasciato anche un'intervista ad Oggi, in cui aveva nuovamente parlato delle differenze tra lui e Sinner, due caratteri agli antipodi. "Sinner è molto riservato ma anche io lo ero, le copertine con le ragazze io le subivo". Dunque, riferendosi al controverso episodio avvenuto al torneo di Miami, Panatta ha aggiunto: "Lui è certo più controllato, meno fumantino: io Rune lo mandavo a quel paese subito, come facevo con Ilie Nastase. La prima dote di Jannik è comunque l’intelligenza; è una spugna, impara sempre”. E ancora: "Ora mi chiedono di lui, mi strattonano per una dichiarazione. Io dico: attenzione a non banalizzare, a non scrivere qualsiasi cosa di nessun interesse pur di parlare di lui", concludeva Panatta con il suo personalissimo monito.

 

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