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Gp Miami, la Formula 1 blocca Mario Andretti. Furia Usa: "Razzismo"

Leonardo Iannacci
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La Formula 1 che ha fatto tappa negli Stati Uniti per il Gran Premio di Miami (oggi le prove libere, domani la Sprint Race alle 18 in diretta Sky e Tv8, domenica sera la gara alle 22) sta vivendo giorni tumultuosi. Da un lato le dimissioni di Adrian Newey, il tecnico geniale che ha annunciato l’addio alla Red Bull all’aprile 2025, all’altro il caso-Andretti che, negli States, sta coinvolgendo non solo le più alte cariche del Circus ma addirittura il Congresso di Washington.

L’antefatto: Mario Andretti, glorioso asso del volante dagli anni ’60 al Duemila, alla bella età di 84 anni si è fatto convincere dal figlio Michael di creare un proprio team in Formula 1. Campionato che sta prendendo sempre più piede negli Usa grazie a Liberty Media, il colosso che gestisce le quattro ruote e che, da poche settimane. ha messo le mani anche sulle moto. Dieci sono le scuderie che partecipano ora alla F.1 e il desiderio degli Andretti è quello di entrarci nel 2026.

 

 

 

SECCO NO 

Alla richiesta, Liberty Media ha risposto con un secco no, sospinta dai team attuali che non vogliono perdere gli attuali privilegi. Con l’arrivo di Andretti, difatti, le fette della torta milionaria che comprendono i diritti tv,i premi e tutti i soldi assegnati alle dieci scuderie -a parte la Haas, sono tutte europee o asiatiche - sarebbero più ridotte. Andretti si è imbufalito e, per il vecchio Piedone, si è mosso persino il Congresso americano denunciando un curioso caso di “razzismo” automobilistico. Dodici membri del Congresso hanno inviato una dura lettera a Liberty Media manifestando preoccupazione «per le azioni anti-concorrenziali che potrebbero impedire a due società americane, Andretti Global e General Motors quale partner tecnica, di competere in Formula 1». I membri bipartisan del Congresso, democratici e repubblicani, invocano lo Sherman Act (la legge antitrust Usa che risale al 1890) denunciando l’esclusione di Andretti per favorire i team europei e accusando Liberty Media di avere difeso un cartello: «È violazione delle leggi americane», sostengono.

 

 

 

Mario Andretti in persona si è recato fuori dal Campidoglio per far valere i propri diritti: «Siamo pronti con tutto ciò che serve. Abbiamo tutta la passione e la determinazione necessarie. Dateci il via libera e lasciateci partecipare». Come andrà a finire questo guazzabuglio politico-automobilistico, lo sapremo a breve. Nel frattempo, tornando alla Formula 1 in Usa per il Gran Premio di Miami, ai box delle Rosse in crisi tecnica nonostante la doppietta in Australia, ci si accontenta di un maquillage estetico: la carrozzeria delle SF-24 di Sainz e Leclerc correrà a Miami con una livrea azzurra per ricordare la 158 F1 mondiale nel 1964 con John Surtees. Anche Leclerc e Sainz indosseranno una speciale divisa prevalentemente Azzurro La Plata, comprendente tuta, scarpe, guanti e casco, con inserti in Azzurro Dino e anche la squadra la domenica del Gran Premio avrà la divisa dello stesso colore.

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