Jannik Sinner, indiscrezioni: "Conflitto femoro-acetabolare", il tennis italiano trema
Dopo mesi sulla cresta dell’onda, ora c’è ansia e preoccupazione per Jannik Sinner, costretto ad abbandonare il torneo di Madrid a causa di un problema all’anca. Lo stop sarà comunque breve, giusto tre-quattro giorni prima di tornare ad allenarsi in vista degli Internazionali d’Italia a Roma. Intervistato da Fanpage.it, il dottor Nicola Santori, chirurgo membro del comitato direttivo della Società Italiana dell'Anca, ha spiegato le condizioni e gli eventuali rischi che corre il tennista altoatesino.
Queste le sue parole: “Questo gesto di sofferenza sull'anca non è una novità, dovrà fare degli esami per escludere una patologia che interessa frequentemente gli sportivi, quella che chiamiamo ‘conflitto femoro-acetabolare', cioè un'anca che si sviluppa con una forma non perfetta. Questo avviene con una certa frequenza soprattutto in chi, durante gli anni di crescita, fa sport intensivo. Nel tennis moderno – spiega il dottor Santori - si usano moltissimo le rotazioni dell'anca per aumentare la spinta sulla palla. Se si ha una conformazione dell'anca di quel tipo, ti esponi a un problema e a un danno dell'articolazione, a un'infiammazione ricorrente. Il primo sospetto, vedendo Sinner, è che lui possa avere una problematica di questo tipo”.
Il dottore, poi, fa un richiamo ad un precedente che riguarda un altro campione del ranking ATP, la cui carriera è stata segnata da questo problema, non affrontato nei tempi giusti: “Abbiamo il caso di Murray, al quale è stata impiantata una protesi abbastanza precocemente. A un certo punto della sua carriera si è trovato con un'anca che presentava un conflitto femoro-acetabolare. Un problema serio, che hanno cercato di risolvere con un'artroscopia, con l'obiettivo di rimodellare il collo del femore. Però è dovuto andare incontro a un intervento di protesi. Se tu aspetti e aspetti – spiega il chirurgo - la cartilagine si danneggia e a quel punto correggere la deformità non dà gli stessi risultati. Ed è questo il caso di Murray. Hanno corretto la deformità, ma la cartilagine si era già rovinata: non ha avuto un buon risultato e si è dovuto operare di nuovo e mettere la protesi”.
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C’è da preoccuparsi, quindi, per Sinner? Il dottore è ottimista: “In teoria rischia che la problematica si trascini e si crei quello scenario per cui ti fermi, poi riparti, poi ti rifermi, poi riparti. Ha fatto bene a fermarsi a Madrid e sono sicuro che è già in buone mani. È senz'altro opportuno fermarsi, approfondire e fare una completa valutazione della sua situazione. La cosa peggiore è non fare una diagnosi”. Non solo Sinner, anche Alcaraz in giovane età costretto allo stop per un problema al braccio, in questo caso la diagnosi del dottor Santori è semplice: “Giocano troppo, il numero dei tornei è aumentato tantissimo. È un tennis che diventa sempre più spinto, rispetto al passato la velocità della palla è aumentata, se vedi le partite degli anni '90 è cambiato tutto. Sono cambiate anche le dinamiche di movimento: è aumentata la potenza, ora si gioca con più esplosività perché i tennisti caricano il movimento su tutte le articolazioni, e in particolare sull'anca. Solo così riesci a ottenere una velocità di palla come ce l'ha Sinner”.
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