Jannik Sinner, veleno puro nel circus: "Il suo nuovo soprannome dopo il ko con Tsitsipas"
Chiamatelo "Don Jannik". La battuta è di Paolino Canè, storico talento del tennis italiano un po' testa matta, protagonista in campo e fuori con comportamenti da rockstar. Intervistato da Fanpage, l'amatissimo bolognese (che il sommo Clerici aveva ribattezzato Neurocanè, un po' perfidamente), ha svelato il nuovo soprannome di Jannik Sinner.dopo la dolorosa, beffarda sconfitta sulla terra rossa di Montecarlo nella semifinale di sabato scorso contro Stefanos Tsitsipas. Un ko maturato per una colossale svista del giudice di sedia che ha rimesso in gioco il greco nel terzo set, contribuendo forse anche ad alimentare i problemi fisici dell'azzurro che lo hanno frenato nel finale di match.
Subito sono scoppiate infinite polemiche per la mancanza dell'occhio di falco nel circuito terraiolo e per la mancata richiesta di Sinner di fermare il gioco per valutare il segno della pallina, almeno 5 centimetri oltre la linea bianca del campo. Jannik, invece, non ha fatto una piega e ha continuato a giocare come se nulla fosse, meritandosi i complimenti di molti e gli sfottò di altrettanti. "C’è gente che sa come comportarsi nella sconfitta – le parole di Canè - Lui è Don Sinner come lo chiamo io, è arrivato sulla terra e sta provando a educare bene tutti gli sportivi. Sa parlare bene e anche quando perde è inattaccabile, un ragazzo davvero trasparente. Vuole solo giocare a tennis".
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Al di là della questione comportamentale, nel Principato il 22enne di San Candido, specialista sul cemento, ha dimostrato di essere già pronto per la vittoria anche sulla terra. "Jannik ha compiuto gran parte del suo percorso sulla terra e sa come muoversi - ha spiegato Filippo Volandri, capitano dell'Italia di Coppa Davis, a SuperTennis -. Poi potrà affrontare qualche difficoltà in più rispetto al duro, ma le sue qualità sono tali per cui nessun terreno deve essere visto come un ostacolo. Sinner ha aggiunto al proprio repertorio delle soluzioni ideali per questi campi, come per esempio la palla corta".
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Una crescita fondamentale per attaccare il primato nel ranking Atp di Nole Djokovic: "Ai miei tempi gli specialisti resistevano ancora, mentre oggi non possiamo più parlare di veri e propri terraioli. Se guardiamo ai migliori del mondo, l’obiettivo è mantenere lo stesso standard di rendimento su ogni terreno. Pensiamo solamente al fatto che su terra si assegnano almeno 5.000 punti frutto di tre Masters 1000 e uno Slam", ricorda Volandri. Non a caso, il Roland Garros è uno degli obiettivi dichiarati di Sinner.