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Jonas Vingegaard, il padre: "Non riesco a parlargli dalla caduta". Carriera finita?

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Un mistero fitto, piuttosto inquietante, quello che vede come protagonista suo malgrado Jonas Vingegaard, il ciclista danese che lo scorso 4 aprile ha subito un terribile incidente nel corso del Giro dei Paesi Baschi. Il punto è che ora non ci si interroga più sulla possibilità che possa prendere parte al prossimo Tour de France, al via il 29 giugno da Firenze: già, la possibilità che Vingegaard vada a caccia del terzo trionfo consecutivo nella corsa ciclistica più prestigiosa che esista non sembra nemmeno essere in discussione. Il punto è che ci si interroga sulla possibilità che possa tornare a correre in bicicletta. In assoluto.

L'allarme, infatti, è arrivato dal padre, Claus Vingegaard, che in un'intervista si è mostrato costernato e preoccupato per il fatto di non essere ancora riuscito a parlare con il figlio, il tutto a una settimana dalla caduta dove è rimasto coinvolto anche Roglic, insieme a Evenepoel ed altri. Impossibile contattare il figlio, insomma. E questo nonostante le dichiarazioni della squadra del ciclista, il Team Visma, secondo cui "l'operazione alla clavicola ha avuto successo, le prossime settimane serviranno per il recupero, Jonas ringrazia tutti per i messaggi di sostegno".

Alla stampa danese, il padre Claus si interroga: "Per quale motivo non riesco a mettermi in contatto con lui? C’è qualcosa che non mi viene detto?". Un sospetto, oggettivamente, che non può essere trascurato. Le indiscrezioni infatti riferiscono che il vero problema di Vingegaard non sia la clavicola, ma piuttosto i polmoni colpiti da uno pneumotorace, dalla rottura di sette costole e poi sottoposti a drenaggio nel reparto di terapia intensiva nell'ospedale di Vitoria, la capitale basca dove il ciclista è tutt'oggi ricoverato in prognosi riservata.

Il punto è che l'incidente subito dallo straordinario atleta danese ricora, in termini di gravità, quelli subiti in temi recenti da Chris Froom ed Egan Bernal. Froome non è mai riuscito a recuperare dalle drammatiche conseguenze, mentre il secondo è tornato in sella, a livello professionistico, senza però riuscire più a raggiungere i livelli antecedenti al fattaccio. Su queste basi, dunque, inizia a crescere il sospetto che Vingegaard possa addirittura non tornare più in bicicletta. Una catastrofe, per il ciclismo.

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