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Gianluca Mancini sotto inchiesta per la bandiera col ratto: Roma-Lazio finisce malissimo

di Leonardo Iannacci lunedì 8 aprile 2024

2' di lettura

Non c’è pace all’ombra del Colosseo quando si gioca il derby. Anzi. Sembra che tutti i sentimenti più biechi e violenti vengano a galla fra le strade della capitale dove non mancano scontri, per le vie della città, sugli spalti e in campo e anche alla fine della contesa, vinta sabato dalla Roma per 1-0, gol di Mancini. Sì, proprio lui, il tatuato difensore centrale di De Rossi, un giocatore con la fama del duro se non addirittura del “cattivo” in campo che continua a macchiarsi di gesti (eufemismo...) equivoci.

La cronaca di un derby come sempre incandescente è diventato un bollettino di guerra urbana: non bastava, in curva, la felpa indossata dall’ex difensore della Lazio, il rumeno Radu, con i simboli delle SS: un’immagine davvero sconsolante. Non sono state sufficienti le botte e gli attimi di tensione dentro e fuori dal campo e neppure le manette a un capo ultrà laziale e a un tifoso della Roma.

Attorno al Foro Italico sono scoppiate bombe carta, una delle quali ha ferito un agente mentre sei balordi venivano denunciati per possesso di fumogeni e altro. Si è poi saputo che, lungo le vie di fuga, la polizia ha sequestrato caschi, mazze, bastoni, cacciaviti e un grosso coltello. Praticamente un arsenale. I giocatori, si diceva, non hanno fatto il massimo per tenere bassa la tensione.

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L’episodio più inquietante si è verificato al termine della partita allorchè il match-winner e simbolo della Roma, Gianluca Mancini appunto, ha pensato di festeggiare sotto la curva sventolando una bandiera laziale che presentava, al centro, un ratto. Si, proprio una topaccia da fogna in segno di chiaro spregio verso i biancazzurri, giusto per peggiorare la situazione. Ciro Immobile si è arrabbiato di brutto, altri giocatori di Tudor hanno dato in escandescenze e Lotito ha stigmatizzato gli accadimenti dicendo: «Violenze nel derby? Hanno arrestato prima i romanisti».

La Federcalcio ha ovviamente aperto un’inchiesta, doverosa, sul gesto insano di Mancini che ha trovato modo di chiarire così la sciocchezza: «Non volevo offendere nessuno, ho preso la prima bandiera che mi hanno dato. Chiedo scusa», le sue parole ai social della Roma. La conferma dell’apertura dell’inchiesta è arrivata ieri dal presidente della Figc, Gabriele Gravina, a Palermo per l’inaugurazione di un impianto sportivo: «Sono stato informato che la Procura ha aperto un fascicolo, confermo che è in atto una verifica», ha detto il numero uno del calcio.

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Mancini, ora, rischia grosso: come giocatore di interesse azzurro, vede sicuramente diminuire le possibilità di essere convocato per l’Europeo visto che  Spalletti ha più volte sottolineato che per far parte della spedizione servono valori tecnici ma anche morali, in un giocatore che indossa la maglia azzurra. È in arrivo una sanzione federale: Mancini potrà essere multato (quasi certo) o squalificato (probabile), in quest’ultimo caso anche da subito se l’arbitro ha scritto tutto nel referto del derby. E non vediamo come non possa averlo fatto.

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