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Jannik Sinner, la trappola sulla terra rossa e l'incubo-vesciche: cosa può accadere

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Nel momento migliore della sua carriera, Jannik Sinner si trova ad affrontare la terra rossa: inizia la stagione sulla superficie per lui più difficile, la prima tappa a Montecarlo, l'obiettivo principale il Roland Garros. Il punto è che l'altoatesino, numero due al mondo e alla caccia della vetta nel ranking Atp, ha vinto soltanto un torneo sulla terra rossa sui 13 totali che ha in bacheca.

Insomma, non è il suo campo: gli altri 12 tornei li ha vinti sul cemento. Il tennis di Jannik, rapido ed esplosivo, sulla terra rossa, che rallenta la pallina dopo il rimbalzo, rischia di perdere qualche grado di efficacia. Più difficile piazzare punti vincenti, gli scambi si allungano, la fatica raddoppia. E Sinner, in passato, ha avuto problemi ai piedi e alle mani, delle dolorosissime vesciche, che sulla terra rossa - a causa della stagione e degli scambi prolungati - potrebbero tornare a tormentarlo.

E ancora, la terra rossa può cambiare durante la partita, questo a causa della pioggia, del caldo o dell'umidità. Insomma, una superficie davvero insidiosa, per tutti, tanto che spesso si parla del tennis sulla terra come di "un altro sport". E ancora, Jannik dovrà fare i conti con i rimbalzi irregolari e con la possibilità degli avversari di recuperare scivolando sulla superficie: fare punto è molto più difficile. 

 

 

Certo è che Jannik Sinner, nell'ultimo anno, ha portato il suo tennis a livelli sublimi, mai visti prima. La speranza, che fonda su basi concrete, è che anche sulla terra rossa ora abbia raggiunto livelli di eccellenza assoluta. Lo scorso anno, la stagione della terra per Jannik fu la più difficile: perse male a Roma così come al Roland Garros, mentre a Montecarlo venne sconfitto da Holger Rune in semifinale. Quest'anno, il campione, cosa saprà fare? Non ci resta che attendere.

 

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