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Antonio Conte resta senza panchina? Clamoroso nel valzer degli allenatori

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Claudio Savelli
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Due mesi scarsi alla fine della stagione, poi sarà valzer di panchine in Europa. Il punto è capire chi parteciperà alle danze e chi, invece, resterà seduto in disparte, triste e solitario come nei film americani. Spoiler: e se fosse Antonio Conte? Uno dei più importanti allenatori disoccupati rischia di rimanere fuori dal grande giro perché il calcio va in direzione contraria rispetto ai “vecchi” miti del mestiere.

Altrimenti una delle tre grandi d’Europa alla ricerca del nuovo mister l’avrebbe già scritturato. Invece il Liverpool che non sarà più di Klopp, il Barcellona non più di Xavi e il Bayern Monaco non più di Tuchel guardano altrove. Anni fa avrebbero già trovato gli eredi, in fondo ad aprile si inizia a programmare il futuro, ma ora si prendono tutto il tempo necessario perché la scelta del mister è sempre più importante: da esso dipende la stabilità di un club ad alto livello, e la stabilità sul lungo periodo, oggi, conta più di un trofeo una tantum, di una botta e via. Ecco perché Conte non è più così desiderato. I team istantanei sono insostenibili, costano troppo e nessuno se li può più permettere, nemmeno la Premier League.

PRO E CONTRO
Così di Conte, ora, si notano i difetti su cui prima si soprassedeva, ovvero l’incapacità di restare a lungo in un posto, di essere aziendalista e di distribuire lo sforzo richiesto ai calciatori nel tempo, tutte cose accadute alla Juventus, all’Inter e poi al Tottenham. Nonostante questo Conte continua a chiedere almeno 8-10 milioni netti a stagione, ma sono cifre che vanno solo ai Guardiola, ai Klopp o ai Simeone, esempi di longevità, allenatori capaci di accettare gli alti e i bassi di un’avventura e rimasti nei rispettivi club per almeno 8 anni. Dunque Liverpool, Barcellona e Bayern hanno puntato De Zerbi e Xabi Alonso, pionieri della nuova generazione di coach, raccomandati dai Guardiola e dai Klopp di cui sopra. Il 44enne italiano vuole chiudere la stagione in bellezza con il Brighton e nel frattempo riflette se è il momento giusto per il grande salto mentre il 42enne spagnolo ha già rotto gli indugi dicendo che rimarrà a Leverkusen, dove sta per conquistare un primo, storico titolo. E allora il Bayern riflette sul ritorno di Flick mentre i blaugrana sognano Arteta, altro discepolo di Pep, che però all’Arsenal sta una meraviglia. Anche Simone Inzaghi piace alle tre di cui sopra, e non potrebbe essere altrimenti visto il calcio che produce.

 

Ma il tecnico nerazzurro è del partito di Xabi Alonso: mai andare via da un posto in cui si sta bene. Come ha dichiarato lo spagnolo, per i soldi e altre esperienze c’è tempo, cosa che possono dire solo i mister della nuova generazione. Questi ragazzi prodigio della panchina hanno una virtù che i predecessori non avevano: la pazienza. Sono meno avidi e frettolosi. Vogliono lavorare bene e non sono poi così tanti i posti in cui si riesce a costruire un’oasi. Vallo a dire al Chelsea, che forse ha capito di doversi impegnare con un mister, o forse no. Potrebbe infatti esonerare Pochettino dopo una stagione da buttare e ripartire da capo per l’ennesima volta. Magari scippando De Zerbi ai rivali Reds orfani di Klopp che si concederà un anno sabbatico.

 

EFFETTO DOMINO
Anche in serie A è tutto un ribollire, seppur con minore intensità rispetto a qualche mese fa perché la Lazio ha ingaggiato Tudor al posto di un traghettatore, De Rossi è in odore di conferma a Roma e il Milan, che un pensiero a Conte lo aveva fatto, sembra si stia convincendo a tenere Pioli e a investire sul parco giocatori. Restano la Juventus e il Napoli. La prima corteggia Thiago Motta, la seconda valuta Italiano che ritiene concluso il suo ciclo alla Fiorentina: i giovani, anche qui, perché Conte non è convinto di sposare la causa di De Laurentiis. Ma potrebbe restargli solo quella, alle sue condizioni: stipendio a doppia cifra, poteri sul mercato e, forse, chissà, assenza di impegno europeo per ricostruire una squadra da scudetto. A quel punto Italiano diventerebbe un candidato per il Bologna in Champions, dovesse Thiago Motta cedere alla corte della Juventus. Tutti felici...
meno Allegri.

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