Nicola Gratteri, la 'contro-riforma': "Cocaina e alcol, test su chi ci governa"
Altro che test psico-attitudinali ai magistrati. Nicola Gratteri, procuratore capo di Napoli, "provoca" e propone un test su droga e alcol anche per i politici. "Facciamo, oltre ai test attitudinali, anche il narco-test perché, chi è sotto l'effetto di cocaina, può fare ragionamenti alterati o prendere decisioni frutto di ricatti. Dato che ci troviamo, facciamo anche l'alcol test perché chi magari quel giorno è ubriaco può dire delle cose che possono condizionare l'opinione pubblica in modo negativo", sono le parole della celebre toga a margine della conferenza stampa per due omicidi di camorra, risolti dopo anni, che si è tenuta oggi a Napoli.
"Se andiamo a fare le analisi del Tevere, dell'Arno o del Po, troverà tracce consistenti di cocaina, aumentata rispetto agli scorsi anni. È una droga sempre più di massa e sempre più diffusa", ha risposto Gratteri a una domanda che ricordava l'inchiesta de L'Espresso sulla presenza di cocaina in acqua e bagni del Parlamento.
Contro la decisione presa dal governo nel Consiglio dei ministri di martedì sera si levano gli scudi, come prevedibile, anche dell'Associazione nazionale magistrati, il sindacato delle toghe. "È una norma simbolo" che serve "a creare una suggestione, che i magistrati hanno bisogno di un controllo psichico o psichiatrico", aveva detto il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7. "Non c'è un'esigenza reale, ma solo simbolica, per dire che i magistrati non sono equilibrati. I controlli già ci sono. È un messaggio simbolico per gettare ombra sulla magistratura".
In magistratura si parla già di sciopero "Vedremo. Siamo tutti uniti, è una norma irrazionale - è la mezza conferma di Santalucia -. Entrerà in vigore nel 2026, ci sarà lo spazio per convincere della sua totale inutilità".