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Max Allegri, luci e ombre bianconere: lancia i giovani, ma la Juve è deprezzata

Renato Bazzini
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Avviso a chi non se ne è ancora accorto: Massimiliano Allegri è divisivo. Sia dentro il mondo Juventus che fuori. C’è chi lo ritiene superato e chi invece lo considera ancora un visir del mestiere. Ogni fazione propone argomenti in favore della propria tesi e l’ultimo del partito dei “pro Max” riguarda il valore della rosa bianconera. Un valore che, secondo Transfermarkt, è aumentato di 63,5 milioni di euro nella sola stagione in corso, più di tutte le altre partecipanti alla serie A. Seguono infatti Bologna con + 52,5 milioni, Inter con +35,5 e Atalanta con +23,5 fino ad arrivare a chi, invece, ha perso valore come Sassuolo (-17 milioni), Lazio (-17,5) e Napoli (-21,2).

È una verità che non si può contestare, ma si può approfondire: la Juventus ha lanciato molti giocatori che ad inizio anno, per le stime dello stesso Transfermarkt, valevano poco o nulla, vedi ad esempio Yildiz che è passato da 1 milione all’esordio ai 30 attuali, praticamente metà dei 63,5 sopra citati, e vedi Cambiaso che da 8 milioni è passato a 25.Il lancio dei talenti in rosa è senz’altro un merito che va attribuito ad Allegri, ma fino ad un certo punto perché la rosa è stata pensata proprio per usufruire di questi talenti. Lo dice il mercato svolto in estate, il primo firmato Giuntoli: è arrivato il solo Weah per ridurre la rosa, vista l’assenza dell’impegno europeo.

 

TITOLARI ESPERTI
Dietro ai titolari esperti non c’erano giocatori altrettanti esperti, quindi il ballo dei debuttanti, il cui valore iniziale è basso, era programmato. È stato quindi un processo voluto dalla società per darsi valore più che da Allegri, che da par suo ha il merito di averlo abbracciato. Più che un lavoro di campo (e quindi la proposta di gioco), un’idea di gestione delle risorse. La controprova può essere il valore della rosa della Juventus rispetto al prezzo di acquisto: ecco, qui si ha tutta un’altra scala. In quest’altra classifica la società bianconera è penultima in A davanti al solo Sassuolo (unica in saldo negativo con il -12,9%), per un aumento di valore della rosa rispetto al prezzo pagato per i cartellini pari al 6,7%, ben lontano dal 26% del Cagliari terzultimo. Le altre grandi vanno dal +26,5% del Napoli al 58,1% dell’Inter e al 59,7% della Lazio.

 

PROPORZIONALE
Questa forbice è più fedele al lavoro svolto perché racconta l’aumento del valore di mercato di una rosa sul lungo periodo e in relazione all’investimento. Non è per forza una critica ad Allegri. La difficoltà a innalzare il prezzo dei giocatori è direttamente proporzionale a quanto si è pagato per averli, dunque può essere che la Juventus abbia strapagato alcuni dei suoi calciatori in misura maggiore rispetto alle altre grandi italiane. Ipotesi per capire il senso della questione: se vendi Locatelli, Chiesa, Vlahovic e Kean che ti sono costati 199 milioni (bonus esclusi), quanto potresti guadagnare? Poco più della metà, ammesso di trovare acquirenti per Kean e Chiesa, attualmente in scadenza nel 2025. Vlahovic è stato pagato 83,5 milioni più 8 di bonus e difficilmente oggi verrebbe acquistato ad un prezzo superiore. Non tanto per i numeri, i gol (15) e gli assist (3, in 25 presenze) quanto perché non sembra essere particolarmente migliorato in questi anni a Torino, e a non averlo valorizzato è senz’altro il gioco della Juventus. Ecco perché un eventuale esonero di Allegri a fine anno verrebbe motivato solo ed esclusivamente con la volontà di cambiare tipo di calcio e farne uno che migliori anche e soprattutto i pezzi grossi della rosa

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