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Sinner, sentenza Bertolucci: "Cosa dimostra la sconfitta contro Alcaraz"

Roberto Tortora
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La caduta di Jannik Sinner, dopo 19 gare da imbattuto ed un 2024 ancora senza macchie, era uno scoglio contro cui, prima o poi, l’altoatesino avrebbe dovuto infrangersi. Averlo fatto in semifinale ad Indian Wells contro un mostro sacro come Alcaraz, e con l’attenuante di una gara spezzata in due a causa della pioggia, può far uscire Sinner dal torneo a testa più che alta. Anche perché, poi, Alcaraz ha chiuso con la California portandosi la coppa a casa.

Per l’assalto al secondo posto del ranking ATP, dunque, riprovarci la prossima volta. Una sconfitta non elimina i progressi fatti finora e lo status raggiunto da Jannik, più che mai big del tennis mondiale e speranza concreta per i prossimi dieci anni almeno. Si guarda alla prossima sfida, al Masters di Miami in cui rivedremo anche Matteo Berrettini, atteso subito dal duello contro Murray.

 

 

 

Da sempre suo sostenitore, Paolo Bertolucci riversa ancora parole al miele per il ragazzo di Sesto Pusteria dalle colonne della Gazzetta dello Sport nella sua rubrica “Volée di rovescio” e, vantando la sua esperienza e saggezza, dà a Sinner qualche consiglio per aumentare ancora di più il suo livello. Queste le parole di Bertolucci, vincitore della Coppa Davis del 1976, prima che proprio Sinner riportasse l’insalatiera a casa nel 2023: “Certamente la partita di sabato notte ha dimostrato che, nonostante il livello raggiunto, Jannik deve migliorare in alcuni aspetti del suo gioco, e ci mancherebbe non fosse così per un ragazzo che deve compiere 23 anni. Un servizio ancora più incisivo, la capacità di opporsi con più lucidità tattica al top spin esasperato che possono proporgli gli avversari, una crescita fisica da completare definitivamente. Piccoli dettagli che lo renderanno ancor più completo, competitivo e difficile da affrontare per ogni avversario”.

 

 

 

Bertolucci, poi, fa una previsione: “Le sfide tra Sinner e Alcaraz regalano sempre uno spettacolo tecnico eccezionale, a dimostrazione del fatto che siamo davvero al cospetto di due campioni dall'enorme potenziale e dalle qualità fenomenali. Come pronostico da tempo, sarà la loro rivalità a segnare il prossimo decennio, magari con l'inserimento di Rune o Shelton, ma sempre con Jannik e Carlos a fare da punti di riferimento. In assenza di Djokovic, alla ricerca di motivazione che sembrano un po' annacquate, ora la sfida si sposta a Miami, il secondo Masters 1000 della stagione americana. In Florida le condizioni sono diverse rispetto a Indian Wells, i campi sono più veloci e l'umidità può rendere le palle più pesanti: punti a favore di Sinner”.

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