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Sinner protesta con l'arbitro: "Non è giusto". Poi il punto che sconvolge Indian Wells

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Già maturo, a 22 anni. E non solo tecnicamente. Il salto di qualità di Jannik Sinner, ormai protagonista assoluto del circuito del tennis mondiale ben al di là della posizione numero 3 occupata (per ora) nel ranking Atp, è testimoniato da piccoli ma significativi gesti in campo, non solo con una racchetta in mano. 

Dopo le interviste post-match, sempre molto rilassate, intelligenti e simpatiche, il "Rosso" di San Candido ha dato prova di saper gestire al meglio anche le situazioni più difficili durante gli ottavi di Indian Wells vinti contro il beniamino di casa, l'americano Ben Shelton. Avversario ostico, non solo per il potente servizio. 

 

 

 

Quando l'arbitro richiama l'italiano nel tie-break del primo set per aver perso tempo prima di una battuta, Sinner mantiene il sangue freddo dei campionissimi anche nelle proteste, assolutamente garbate e misurate.

Dopo aver fatto rimbalzare la pallina a terra, Jannik chiede il cambio perché qualcosa non andava. A quel punto il giudice di sedia lo richiama per time-violation dei 25 secondi concessi dal regolamento per la battuta. Infastidito, ma elegante, l'altoatesino a quel punto si è fatto ridare dal raccattapalle la pallina incriminata e l'ha portata di persona all'arbitro, per dimostrargli la bontà della sua decisione. 

 

 

 

"C'è qualcosa che non va con la pallina? Dillo a me, non darla al raccattapalle", lo ha redarguito il giudice. "A me non piace come rimbalza questa, per me sono palle diverse", la replica. "Sì, ma vieni e dillo a me". E Jannik, mantenendo il self control, la chiude con classe: "È tutto ok, dammi la time violation ma non è giusto". Subito dopo, si è tornati a giocare. Risultato? Battuta e ace per Sinner.

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