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Milan, vendetta islamica contro Adli: insulti e minacce di morte, la sua "colpa"

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Mauro Zanon
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«Sono felice e concentrato sul mio presente al Milan e spero di poter giocare ancora e dare una mano. Giocare con la Francia è un obiettivo, ma devo continuare a lavorare così perché la strada è lunga. Adesso sto pensando al Milan e al futuro di questa stagione, sicuramente rispetto all’anno scorso sono migliorato grazie al lavoro dello staff e all’aiuto dei miei compagni e devo andare avanti così». E ancora: «Penso che come calciatore voglio giocare al massimo livello, quindi ovviamente giocare per la Francia è un obiettivo. Poi vi spiegherò perché, ma non è il momento». 

Mercoledì, durante la conferenza stampa alla viglia della partita valida per gli ottavi di Europa League contro lo Slavia Praga, il centrocampista del Milan, Yacine Adli, ha manifestato per la prima volta pubblicamente il suo desiderio di vestire la maglia dei Bleus, ossia della Nazionale di calcio francese. Adli, 23 anni, è l’unico giocatore del Milan con passaporto francese a non aver mai indossato la maglia della prima squadra. Ma il centrocampista rossonero ha anche un altro passaporto: quello algerino. Adli, infatti, è nato a Vitry-sur-Seine, comune situato a sud-est di Parigi, da genitori algerini. 

Da tempo, si trovava di fronte a una scelta: la Francia o l’Algeria. Mercoledì, con le sue dichiarazioni, ha sciolto la riserva. E la sua scelta ha naturalmente senso, visto che è nato in Francia, si è formato nel calcio francese e ha giocato nelle giovanili della Nazionale bleu blanc rouge. «La decisione di Yacine Adli è una naturale continuazione della sua carriera, avendo giocato per i Bleus a livello giovanile in 47 occasioni, dal livello under 16 al livello under 20», ha commentato il principale quotidiano sportivo francese, L’Équipe.

ACCUSE DI TRADIMENTO
Ma la scelta a favore della Francia non è stata gradita da tutti. Come riportato dal sito Fdsouche, Adli è stato infatti travolto da un’ondata di odio sui social network da parte di numerosi utenti di nazionalità algerina. C’è chi invoca Allah affinché si rompa i legamenti crociati del ginocchio, chi lo accusa di essere un traditore, di essersi venduto ai colonialisti, di essere un «suceur de la France» (non occorre traduzione), e di aver voltato le spalle all’Algeria, alle sue “vere” origini. «Fdp de traitre», scrive l’utente Dio Brando con la bandiera algerina sul profilo, ossia «figlio di puttana di un traditore». 

«Inshallah una carriera mediocre», aggiunge un altro. E diversi utenti ricorrono addirittura a termini risalenti alla guerra d’Algeria per accusare Adli di “tradimento”, come la parola “harki”, che designava i soldati algerini ausiliari nell’esercito francese in Algeria dal 1954 al 1962. «Aouar, Fekir, Benzema e via discorrendo si sono pentiti prima di te. Sei una puttanella. Con la tua frase “voglio giocare ad alto livello, dunque con la Francia”, sottintendi che l’Algeria è di basso livello? Lo ripeto, sei una puttanella», ha commentato su X l’utente Faycalinho26.7, anch’egli con la bandiera dell’Algeria sul profilo.

C’è infine chi utilizza il termine “gwer”, che nell’argot dei Paesi nordafricani significa “bianco, occidentale”, nel senso di non-arabo e non-musulmano. Insomma, Adli, per le sue origini algerine, non avrebbe il diritto di giocare nella nazionale francese assieme ai suoi compagni milanisti, Olivier Giroud, Théo Hernandez e Mike Maignan. Secondo quanto riportato dal giornalista sportivo Jean De La Street, Vladimir Petkovic, ex allenatore della Lazio e attuale coach della nazionale algerina, avrebbe incontrato Adli e il suo compagno al Milan Ismaël Bennacer lo scorso weekend, per tentare di convincere il primo a seguire il secondo: invano.

BENZEMA SNOBBATO
Tra Algeria e Francia, in ambito sportivo, c’è sempre stata molta tensione. Il caso più emblematico è quello di Karim Benzema, nato in Francia, ma con origini e cuore algerini. Nel 2013, l’ex attaccante del Real Madrid, oggi in Arabia Saudita, fu criticato per non aver criticato l’inno prima delle partite. «Se analizzate attentamente il testo, c’è un chiaro riferimento alla guerra e io non ho intenzione di cantarlo. Io ho vestito la maglia della Nazionale francese per questioni sportive, ma il mio Paese è l’Algeria», dichiarò in un’intervista a Vanity Fair. Nel 2019, quando Benzema manifestò il suo desiderio di vestire la maglia algerina, tuttavia, ricevette una porta in faccia da Djamel Belmadi, allora coach delle “Volpi del deserto”: «Ho giocatori come Bounedjah, Slimani, Delort e Soudani. Sono molto contento degli attaccanti che ho già».

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