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Jannik Sinner, "la mia ossessione": Indian Wells, cambia tutto

Roberto Tortora
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Adesso chiamatela pure “Sinner-mania”. Intesa non come la folle ammirazione e attenzione dei fan nei confronti del vincitore degli Australian Open, bensì proprio l’ossessione maniacale del tennista altoatesino per il tennis.

Jannik Sinner non vuole più smettere di giocare e allenarsi. L’adrenalina dei successi degli ultimi mesi non gli ha provocato una megalomania da festeggiamenti, ma solo voglia di sudare ancora di più sul campo, in allenamento e in partita. Questo emerge proprio dalle sue parole, nella conferenza stampa che anticipa il debutto a Indian Wells, primo Masters 1000 del 2024: “Quando non lavoro sto male, mi sento in pace con me stesso solo quando sono con la mia squadra, dando il meglio di me stesso in allenamento e in palestra. Questa è la mia ossessione”. 

 

 

 

È innegabile, però, che l’ultimo periodo abbia riempito il cuore di gioia a Sinner, dalla finale di Torino alla Davis di Malaga, per poi trionfare a Melbourne e nell’Open di Rotterdam, risultati che lo hanno portato al terzo posto del ranking ATP, primo nella storia italiana a riuscirci: “Ci sono stati dei momenti in cui mi sono reso conto di aver fatto qualcosa di grande, pensarci è normale e nonostante io viva poco sui social e non sia in Italia praticamente mai, ho sentito e continuo a sentire tutto questo incredibile affetto e sono felice di questo. La cosa più importante per me, però, è continuare a lavorare. Sono ossessionato dal lavoro, se non lavoro e non mi alleno sto male. Fare tutto questo, avere attorno il mio team, è la cosa più importante. Il successo è arrivato, pensiamo a nuove sfide”.  

 

 

 

Tra un torneo e l’altro c’è stato spazio solo per qualche ora con la famiglia e per alcuni incontri istituzionali doverosi, come quello con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e con il capo di Stato, Sergio Mattarella, ma il pensiero di Sinner è andato sempre al campo: “Dopo Rotterdam abbiamo lavorato tanto col mio team. Noi per fortuna riusciamo a fare e provare molte cose anche durante i tornei, questa può essere una chiave per il futuro. Ho provato nuove variazioni, gli avversari ormai mi conoscono meglio e anche questa è una bella sfida. Sono felice di essere ad Indian Wells, in questo grande torneo, sento che mi sono preparato bene e che sono pronto a giocare un grande tennis”.

Cosa ha portato con sé nella borsa in California, dunque, Jannik Sinner? Lo conferma lui stesso: “Stavolta ho portato una cassa per sentire della musica, ma l’importante per me è che dentro la borsa ci siano scarpe e racchette, questo è sufficiente per me. Mi trovo bene allo stesso modo con Simone Vagnozzi e Darren Cahill. Siamo riusciti a creare questa alchimia, dove nessuno dei due si sente al di sopra dell'altro".

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