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Inter, Curva Nord deserta: cosa c'è dietro la protesta dei tifosi

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Un altro successo, sofferto e con un rigore piuttosto dubbio concesso per il fallo di Frendrup su Barella. Alla fine l’Inter è passata 2-1 sul Genoa e ha allungato a +15 sulla Juve. Per festeggiare il 20esimo titolo oramai è solo un conto alla rovescia.

Anche se lunedì, nel posticipo del Meazza, la Curva Nord era in sciopero nei primi 30 minuti. I motivi dello sciopero fa seguito al provvedimento delle autorità di pubblica sicurezza che, dopo gli scontri verificatisi al termine di Inter-Juventus (giocata il 4 febbraio e scorso e vinta dalla squadra di Inzaghi 1-0), ha imposto un diktat severo: in quella porzione di settore verde sono vietati bandiere e impianti di amplificazione della voce fino al termine della stagione.

 

 

Una misura per nulla piaciuta ai tifosi della Curva Nord, che hanno protestato con un comunicato: “Adesso basta, la misura è colma — si legge — oggi (lunedì sera, ndr) niente tifo, la Curva Nord resta al baretto. Ci siamo assunti responsabilità che non avevamo e abbiamo atteso in modo composto un segnale di riapertura al nostro diritto al tifo dopo l'ennesima chiusura. Ora basta non accetteremo più questa assurda e cieca repressione figlia di un'inutile prova di forza di chi certi diritti dovrebbe garantirli”. Il provvedimento del Giudice Sportivo ha creato molte polemiche e la Nord si aspettava un "segnale di riapertura" rispetto al "diritto al tifo" che la Curva ritiene. Era attesa un'attenuazione della sanzione da parte della Questura milanese, ma finora non c'è stata alcuna concessione. Ecco spiegato dunque il perché della contestazione andata di scena nel match vinto dall’Inter sul Genoa.

 

 

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