Fernando Alonso, "Gp truccato per favorirlo": Formula 1, esplode lo scandalo del podio
Mohamed Ben Sulayem è finito nei guai sul serio. Il presidente della Fia è finito nei guai ed è ora indagato dalla F1 per aver tentato di alterare il risultato della gara di Jeddah 2023, cercando di fare togliere una penalizzazione di 10 secondi che aveva fatto scivolare fuori dal podio Fernando Alonso. L’Aston Martin, allora, era stata punita perché i suoi meccanici erano intervenuti in anticipo sulla vettura ferma al box per scontare cinque secondi di penalità.
La penalizzazione fu cancellata qualche ora dopo e Alonso tornò sul podio. Per farlo, è trapelato dalla Bcc, Ben Sulayem avrebbe contattato direttamente lo sceicco Abdullah bin Hamas bin Isa Al Khalifa (vicepresidente della Fia per lo sport per Medio Oriente e Nord Africa) che si trovava in Arabia Saudita in veste ufficiale per assistere alla gara. Il tutto emerge da un rapporto al comitato etico redatto dal Compliance Officer Fia, Paolo Basarri.
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Gli altri scandali in F1
Non è il primo scandalo di questo tipo che succede nel mondo della F1. Era il 2021 quando Michael Masi alterò con una decisione alquanto dubbio il finale di corsa ad Abu Dhabi che portò il titolo alla Red Bull di Max Verstappen. Più indietro nel tempo, nel 2012, si ricorda la simil orgia con divisa da nazista di Max Mosley — l’erede di sir Oswald, il fondatore del partito fascista britannico — che poi lasciò il posto alla Fia, l’anno seguente, direttamente a Jean Todt. Negli Anni 90 il presidente della Federazione, Jean Marie Balestre, era solito intervenire per proteggere Prost nel duello con Senna come a Suzuka 1989, quando pretese la squalifica di Ayrton per un inesistente taglio di chicane dopo l’incidente con il Professore. Nel 2008 si ricorda anche lo scandalo Crashgate, stavolta però con al centro il presidente Bernie Ecclestone che lasciò cadere sotto-traccia lo scandalo Crashgate a Singapore, quello che favorì la vittoria della Renault di Fernando Alonso.
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