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Inter, Dimarco urla contro Inzaghi: "È tuo! È tuo!", ecco cosa c'è dietro

Roberto Tortora
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Un 2024 fin qui devastante per l’Inter di Simone Inzaghi e i freddi numeri possono, in realtà, infiammare i cuori dei tifosi nerazzurri: 11 vittorie, 30 gol fatti, soltanto 4 subìti, ben 8 clean sheet e un +12 sulla Juventus che sa tanto di campionato già in archivio e cucitrici pronte a battere la seconda stella sulla maglia a strisce verticali nere e azzurre. Il 4-0 rifilato nel recupero con l’Atalanta (dovuto alle fatiche arabe di Supercoppa, peraltro vinta), cioè l’avversario ritenuto più temibile del momento, è solo l’ennesima dimostrazione di forza e bellezza del collettivo guidato da Simone Inzaghi, appena 12 mesi fa sull’orlo dell’esonero prima della trasferta di Oporto in Champions e ora nuovo santone del calcio bauscia.

La coesione tra il comandante e la sua ciurma si è ben vista, ancora una volta, al momento del gol di Federico Dimarco, il 3-0 sancito con un tap-in fulmineo, seguito all’errore dal dischetto di Lautaro Martinez. L’esterno biondo-platino festeggia il gol, infatti, con un urlaccio di quelli potenti, diretto al suo allenatore: “È tuo, mister! È tuo!”. Interrogato dalla stampa, alla fine del match, Dimarco ha spiegato il perché di quella dedica al mister e il segreto del suo piazzamento perfetto al momento del penalty: “Il mister mi ha detto di partire così, laterale. Non so come, ma la palla mi è arrivata lì. Era perché pensavo Lautaro fallisse? No, assolutamente, ho sempre fiducia nei miei compagni, ma il mister quando parla succede sempre qualcosa, quindi l’ho voluto ascoltare”.

 

Lo conferma anche l’allenatore stesso, Simone Inzaghi: "Mentre si aspettava il Var, ho parlato con Dimarco e gli ho detto di andare sulla respinta e di stare un po' più largo, perché vicino all'area avevamo altri giocatori e di dirlo pure a Dumfries dall'altro lato, perché su quelle traiettorie i due quinti ci servivano lì. La palla poi è capitata lì, ma è stato bravissimo Federico a non entrare prima e andare col tempismo giusto, a fare un gol in quel momento che avrebbe chiuso la partita. È stato importantissimo e bravissimo”. Segreti di un’Inter dominante: atleticamente, tatticamente, tecnicamente. Questo campionato può perderlo solo lei.

 

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