Matteo Berrettini, la "benedizione" di Paolo Maldini: il retroscena sul ritorno
Matteo Berrettini sorride, e già questa è una notizia quando ci annuncia: «Non mi sono fatto vivo con voi giornalisti per mesi, vero, ma questo è un momento di serenità. Posso dirvi che sto benino, proseguo con gli allenamenti e tornerò al tennis attivo e ai tornei non a Indian Wells ma a Phoenix, il 12 marzo. Dopo sono iscritto al 1000 di Miami. Non vedo l’ora di riassaporare la mia vita e punto con decisione agli Internazionali di Roma dai quali manco da due anni, e a Wimbledon dove vorrei arrivarci in piena forma, Londra è uno scrigno di emozioni. Là ho vinto due volte i Queens e sono arrivato in finale ai Championship».
Lo slalom fra i mille infortuni e contrattempi fisici che hanno frenato questo campione della racchetta facendolo precipitare, in due anni, dal numero 6 del ranking all’attuale 129, sembra ormai alla fine. Così come è calato il sipario sulla chiacchierata love-story con Melissa Satta: «Tutto finito, con lei è stato un rapporto molto intenso che si è concluso senza che ci sia stato nulla di particolarmente grave. Abbiamo una grandissima stima l’uno per l’altra».
Il futuro di Matteo è solo tennistico e la voglia è quella di tornare al top arriva dopo l’ennesimo ritiro dall’Open d’Australia dello scorso gennaio: «Il dolore al piede sembrava superato. Forse a causa del caldo o delle condizioni climatiche di Melbourne, ci siamo accorti che non riuscivo a performare, motivo per cui abbiamo deciso di fermarci piuttosto che rischiare». Il punto più basso è arrivato durante Flushing Meadows, ad agosto 2023: «Ero spiazzato, il mio corpo non rispondeva e non avevo neppure voglia di fare fisioterapia per riprendermi perché avevo finito quell’energia. A volte i disturbi della testa vanno rispettati, ho sentito per esempio che anche Sangiovanni si sta prendendo un periodo di riposo dalla musica. Durante i mesi difficili mi ha aiutato un mental coach e sto rinascendo dopo aver deciso di cambiare allenatore. L’addio, dopo 15 anni, al caro Vincenzo Santopadre e l’arrivo di Carlos Roig mi sta dando parecchio. Per capire le cause dei tanti infortuni ho anche fatto analisi specifiche che hanno evidenziato una leggera scoliosi congenita alla schiena. Forse la causa degli infortuni».
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Il mutuo soccorso è venuto dai tifosi, dalle persone dell’entourage ma anche da Paolo Maldini e da Jannik Sinner: «Con Maldini ci siamo parlati a lungo e mi ha fatto capire che ho ancora tanto da dare, che la carriera è lunga e sentirmelo dire da un campionissimo come lui che ha giocato a livelli siderali sino ai 40 anni, è una bella spinta». Infine Jannik, un amico, altroché un rivale: «Ci messaggiamo continuamente, sono strafelice di quello che sta ottenendo e penso sia una bella persona. La vittoria in Coppa Davis è stata fantastica e lui ha trascinato tutti. Ha detto che vorrebbe avere il mio potente servizio? Perché lui serve forse male? Io, in compenso, gli invidio parecchio la risposta. Avete visto cosa ha combinato nelle partite decisive di Melbourne?». Bentornato Berretto.
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