De Ketelaere, la scommessa persa di Maldini fa felice l'Atalanta di Gasperini
Milano e Bergamo sono separate da poco più di 50 chilometri, ma per Charles De Ketelaere è molto di più. C’è la distanza che lo separa dall’essere un oggetto misterioso, flop di mercato, al diventare l’ultima stella esplosa con la maglia dell’Atalanta. Insomma, in pochi mesi è cambiato tutto per quel talento belga arrivato in Italia la scorsa estate dal Club Bruges, pagato la bellezza di 36 milioni di euro dal Milan, convinto di aver trovato il suo nuovo trequartista per confermarsi miglior squadra d’Italia, dopo lo scudetto conquistato solo poche settimane prima.
In rossonero, però, qualcosa non funziona: De Ketelaere fatica ad ambientarsi e colleziona una prestazione negativa dietro l’altra. L’addio in estate sembra scontato, ma non è così semplice trovare la quadra, considerando l’enorme spesa per strapparlo al Bruges. Chi crede in quel talento che aveva fatto intravedere grandi potenzialità in Belgio è proprio l’Atalanta, che convince il Milan con un prestito oneroso a 3 milioni e un diritto di riscatto fissato a 22 milioni, più altri 2 milioni di bonus (e il 10% su un’eventuale futura plusvalenza). Afare la differenza, come spesso accaduto in passato, è il lavoro di Gian Piero Gasperini, eccellente allenatore specializzato nel valorizzare i giovani portati a Bergamo dai suoi dirigenti.
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TANTE PRESSIONI _ Perché il tecnico permette a De Ketelaere (22 anni) di esprimersi al meglio, lontano dalle tante pressioni subite in rossonero, dove la maglia pesa e per rendere bisogna avere le spalle larghe. E i numeri sono lì a testimoniarlo: con la Dea, Charles è già a quota 5 gol e 6 assist in campionato, che diventano 9 reti e 7 assist considerando anche Europa League e Coppa Italia (in 26 presenze complessive). Numeri opposti rispetto all’intera stagione in rossonero, in cui De Ketelaere non ha segnato nemmeno un gol, fornendo appena un assist, in 40 apparizioni.
Era tutta una questione di pressione allora? Non esattamente, dato che Gasperini sembra aver trovato la quadra tattica per far rendere al meglio il 22enne di Bruges.
Non più trequartista nel 4-2-3-1 milanista di Stefano Pioli, in cui faticava a trovare la posizione giusta in campo, finendo per deprimersi in mezzo ai difensori avversari, ma più vicino alla porta nel 3-4-1-2 di Gasperini, in cui agisce al meglio da seconda punta. Con il tecnico di Grugliasco, però, il belga sta facendo vedere anche una duttilità non mostrata al Milan, spostandosi all’occorrenza sulla fascia destra come sulla fascia sinistra e senza mai rinunciare al lavoro in copertura. Alternando ottime giocate nel dialogo con i compagni ai gol, con la ciliegina sulla torta della sua prima doppietta in carriera in serie A nell’ultima giornata contro la Lazio (vinta 3-1 dall’Atalanta), in cui peraltro ha calciato (e trasformato) il primo rigore da quando è professionista.
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E se il Milan sembra ormai il passato di De Ketelaere, perché il riscatto da parte dell’Atalanta pare scontato, è lecito domandarsi se Paolo Maldini non avesse ragione a credere nel giocatore, nonostante una spesa indubbiamente importante. «Sì, sta soffrendo, è in un ambiente diverso e sta pagando la differenza di compiti rispetto a dove giocava fino all’anno scorso. Gli abbiamo fatto un contratto di cinque anni, però, non di cinque mesi...» diceva l’ex direttore tecnico rossonero (e mandato via anche per quella sessione di mercato, considerata fallimentare dalla proprietà di Gerry Cardinale), intervistato nel novembre del 2022.
Ecco, quel contratto di cinque anni che ora grida vendetta. Maldini ci aveva visto giusto su De Ketelaere, esattamente come Gasperini, che ora se lo coccola, sperando che qualche superpotenza europea non glielo porti via troppo presto.