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Inter, Pavard è l'uomo-scudetto? Salvataggi, assist e carisma: un colpo a sorpresa

Leonardo Iannacci
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 Luci a San Siro, e che luci: stroboscopiche, illuminanti, accecanti e spaziali. Ieri sera il mondo (calcistico) si è collegato con il vecchio Meazza che cadrà anche a pezzi ma resiste all’usura del tempo ed emana un fascino unico che profuma di passato e presente. Il futuro sarà altrove, nella Milano calcisticamente da bere e tornata ai piani alti del pallone: 62 le emittenti televisive collegate e 200 i paesi interessati al derby d’Italia che è diventato universale anche per gli interpreti in campo, rappresentanti di quasi tutti i continenti. I Vip (very important person) in tribuna, nei lussuosi box e a bordo campo con Ignazio Larussa e Paolo Bonolis a capeggiare gli ultrà in blazer; i Nit (Non Important Person), ovvero i 75.000 che hanno affrontato il freddo e fiutato passione, lungo i tre piani dell’astronave di San Siro. L’incasso? Un tesoretto di 6.5 milioni di euro.

Gli antipasti sono stati i due show con i laser Qatar Airways e Qatar Creates, mentre Marotta chiariva: «Zielinsky? Se riusciremo certo che lo prenderemo!». I primi piatti li hanno messi Inzaghi e Allegri. Tra schermaglie dialettiche e possibili agguati in trincea, tra «vogliamo dare un senso alla nostra stagione» e «siamo qua per assicurarci un posto in Champions e conservare i punti di vantaggio sulla quinta». Guardie e ladri, Totò e Aldo Fabrizi, bugie e certezze. La ciccia è arrivata dal campo: fuori i secondi, primo gong. E nella notte delle stelle, alcune scintillanti e altre cadenti, si è insinuato un francese mancato a Inzaghi quando è stato costretto per un lungo infortunio a guardare i compagni dall’infermeria. Ieri sera, invece, gli juventini hanno incrociato sul binario di destra proprio lui: il sorprendente Benjamin Jacques Marcel Pavard, di anni 28, ex Lilla, ex Stoccarda, ex Bayern Monaco, campione del mondo con i “galletti” nel 2018, una delle tante pescate giuste di Marotta per aggiungere qualità e personalità all’Inter. Ieri sera Benjamin non è stato forse “il” migliore- Calhanoglu era in serata da Oscar - ma sicuramente tra i più concreti degli uomini di Inzaghi, propositivo in fase di possesso e attento quando si è trattato da fare da sentinella alle timide ripetente della Juventus. Il ragazzo nato a a Meubeuge, un paesino dell’Alta Francia, ha compiuto ottime chiusure su Kostic e Vlahovic.

 

 

E poi, con una sforbiciata spettacolarmente sfiorata, ha provocato lo stordimento di Gatti allorché, preoccupato per la presenza di Thuram nei paraggi, con il ventre ha accompagnato il pallone alle spalle di un esterrefatto Szczesny. Pavard, l’unico con Lautaro ad aver accarezzato il tetto del mondo, è un difensore moderno in grado di coprire più ruoli e, ora che è tonico, una pedina pronta ad affrontare tra una decina di giorni la campagna di Champions, lui che l’ha già vinta nel 2020 con le Sturmtruppen del Bayern Monaco. «Non gioco per i soldi, gioco per vincere i trofei», ripete un giorno sì e l’altro pure ad Appiano Gentile questo francesino che, quando parla, ricorda lìispettore Clouseau. Simeone e il suo Atletico Madrid sono pesantemente avvisati.

 

 

 

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