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Jannik Sinner replica ai moralisti del fisco: "Perché ho scelto Montecarlo"

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"Con il mio primo coach ho iniziato ad allenarmi lì e gli avevo detto che l’avrei presa anche io. A Monaco ci sono tanti giocatori con cui allenarsi, ci sono palestre e tutti i servizi. Mi sento a casa, sto bene lì, ho una vita normale, posso andare al supermercato con zero problemi". Così Jannik Sinner, vincitore all’Australian Open, spegne le polemiche sulla residenza a Montecarlo durante la conferenza stampa celebrativa del suo primo titolo Slam vinto a Melbourne. Poi il campionissimo azzurro ha anche parlato delle sue abitudini e dei segreti del suo successo: "Una mia qualità? Non è facile... forse il lavoro. Non ci sono segreti. Per arrivare al traguardo bisogna lavorare, forse più degli altri. Quanto uno è professionale... Io mi sveglio al mattino e la prima cosa che penso è: mi devo allenare".

E ancora: "Nella mia testa è sempre una partita di tennis: devo andare in campo tranquillo con la voglia di vincere - aggiunge parlando del suo futuro - non ho paura per il futuro perchè se il mio avversario è più bravo, gli darò la mano". Poi, parlando del team che ha scelto personalmente, aggiunge: "Il mio team non dev’essere il migliore ma si deve essere formato da persone che si capiscono e ognuno fa il suo lavoro. Tutte persone brave e normali. Questo ho cercato".

Infine il fresco vincitore dello slam in Australia tranquillizza i tifosi, dopo la vittoria continuerà a dare il massimo per mettere le mani su un nuovo trofeo: "Certamente le persone cambiano, ma le cose principali restano. Se una persona è umile e continua a lavorare il successo è una cosa positiva e non ti cambia. Spero di non sbagliarmi, ma sono abbastanza sicuro che resterò lo stesso ed è la cosa più importante. Nel 2019, quando giocai le qualificazioni per gli Internazionali di Roma, avevo molti più dubbi, la voglia di arrivare era molto alta ma ti chiedevi se stavi facendo le cose giuste, invece ora sono molto più consapevole. I dubbi restano sempre prima di una partita, è normale, ma poi magari dopo ti chiedi proprio perché avevi dubbi. Ora c’è la maturità di capire prima le cose". 
 

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