Daniil Medvedev sconvolto da Sinner: "La ha tirata a 160 km all'ora", il russo ancora non ci crede
Sembrava aver vinto, la finale degli Australian Open sembrava chiusa: Daniil Medvedev aveva vinto i primi due set strapazzando Jannik Sinner, l'italiano sembrava al tappeto, in confusione. Invece, sappiamo tutti come è andata a finire: una rimonta leggendaria per il primo slam del ragazzo di San Candido.
Una partita, quella di Jannik, che ha ovviamente sconvolto in primis l'avversario, il russo Medvedev. E in una certa misura lo ha ammesso lui stesso nella conferenza stampa post-partita, in cui il 27enne di Mosca ha rivelato di aver sperato fino all'ultimo che Jannik tornasse a vacillare, magari per l'emozione e la paura che può trasmettere la vicinanza all'impresa che stava per firmare. Invece niente, Sinner non ha mollato unb millimetro.
Così, Medvedev ha dichiarato: "Personalmente spero che quando giocherò contro di lui, che qualche volta... insomma lo sapete il tennis è un gioco di alti e bassi, altrimenti uno vincerebbe 24 tornei dello Slam... ma personalmente spero che la prossima volta che ci incontriamo lui sbagli come ha fatto un po' nei primi due set, perché negli ultimi tre set non sbagliava quasi mai", rimarca.
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Infine, la riflessione che la dice lunga, più lunga di qualunque altro racconto o testimonianza. Medvedev parla dell'ultimo game del quinto set, con l'azzurro in vantaggio per 5-3 e al servizio per il match. Il russo ammette di aver sperato che, almeno in quel frangente, Jannik potesse essere condizionato dall'emozione. E invece, ancora una volta, niente. "Nell'ultimo game ho pensato, chi lo sa, forse può diventare teso e posso avere la mia ultima chance… poi nel match point ha tirato un dritto lungolinea probabilmente a 160 chilometri all'ora e la partita è finita", ha concluso scorato e stupito Medvedev. Già, una bordata clamorosa sul punto più importante della carriera, alla prima finale di uno slam: ecco chi è davvero Jannik Sinner.
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