Sinner, Vagnozzi e il consiglio disperato: così è cambiato tutto
I primi due set della sofferenza, che hanno visto un Sinner troppo passivo e sofferente il ritmo di Medvedev. Jannik è partito piuttosto frastornato nella sua prima finale dello Slam agli Australian Open, tanto che la frustrazione è risultata evidente.
Ha chiesto più volte in maniera spiazzata cosa non andasse al suo coach Simone Vagnozzi, come la frase “Cosa devo fare?” o un “Sono morto”, di fronte all’atteggiamento dell’avversario. Da lì Jannik è cresciuto e non ha sbagliato quasi più nulla, giocando un super quinto set. Da quel “Cosa devo fare?”, Vagnozzi gli ha consigliato una tattica precisa, considerando anche che ormai il parziale era compromesso.
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I consigli di Vagnozzi, la crescita di Jannik
Un'occasione dunque per iniziare a variare le cose in vista del terzo set, sul consiglio di Vagnozzi: "Alè. Usa questo game per fare qualcosa di diverso. Anche sulla seconda vai dietro”. Variazione del gioco e posizionamento da cambiare alla risposta per Sinner, con Vagnozzi che per dare maggiore incisività al messaggio ha anche dato due colpetti con la mano sulla balaustra, incitando il suo allievo: “Alé, proviamo a fare qualcosa di diverso sto game. Forza, Alè".
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Jannik ha seguito le indicazioni alla lettera ed effettivamente qualcosa si è visto: ha piazzato il break e poi lo ha confermato riportandosi sotto al russo in termini di punteggio, ovvero 5-3. Dopo due set difficili, i primi, è lentamente uscito Sinner dal terzo, prima che al termine del quinto set entrasse definitivamente nella leggenda.
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