Mike Maignan, razzismo a Udine: "Chi ha riconosciuto tra il pubblico"
Gli insulti razzisti di sabato a Udine nei confronti di Mike Maignan dimostrano come ancora ci sia molto da fare per risolvere un problema del genere negli stadi italiani. Nel frattempo anche la società Udinese ha condannato il gesto e intanto le indagini proseguono per individuare tramite le telecamere dello stadio Friuli i responsabili dei versi razzisti indirizzati al 28enne portiere francese, che intanto, come ha riferito il sindaco di Udine Alberto Felice De Toni, potrebbe ricevere la cittadinanza onoraria della città.
Intanto si attendono le decisioni della giustizia sportiva, che potrebbe chiudere la Curva Nord dell'Udinese per una o più partite in base alla "percezione" dei cori da parte degli ispettori federali presenti. Secondo Repubblica, Maignan avrebbe riconosciuto dai video un padre con un bambino, segnalando la cosa agli uomini della Procura della Federcalcio.
L’Udinese bandirà a vita i responsabili dei cori razzisti
L'individuazione dei responsabili, per la quale si ritiene servano tempi brevi, potrebbe portare a Daspo pluriennali per gli stessi, ovvero al divieto di ingresso nei luoghi dove si tengono avvenimenti sportivi. Il club friulano, intanto, ha già fatto sapere che bandirà tutti a vita dall'assistere alle partite al Friuli. Dopo la partita, Maignan aveva lanciato un messaggio chiaro, nominando espressamente le autorità e la procura tra coloro che se non avessero fatto nulla sarebbero stati "complici" dei razzisti, al pari degli altri tifosi che pur avendo sentito tutto non hanno fatto nulla per far smettere quegli orrendi versi. Il suo urlo di dolore, "come uomo e padre di famiglia", non resterà inascoltato.