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Josè Mourinho esonerato, Francesco Storace: "Roma, che errore!"

Francesco Storace
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La notizia che ti mette a soqquadro la giornata. Esci per andare al lavoro e la radiolina in macchina ti informa che José Mourinho è stato di nuovo espulso. Stavolta però il cartellino rosso - e definitivo - lo ha sventolato la società romanista, “l’americani novi”. Come al solito. Perché neanche ora lo meritava. La società come un arbitro non ce l’aspettavamo proprio.

Invece di ringraziarlo lo hanno messo alla porta, quello che è stato l’ultimo dei romantici sulla panchina di un campionato cinico. Certo, le critiche non sono mancate, la sofferenza dagli spalti è stata enorme, la squadra non girava. Ma non lui, Mourinho avanti a tutti. Ricordo ancora quando scelse la Roma, un paio di anni e mezzo orsono e la tifoseria impazzì di gioia contagiando la città.

 

 

 

Eravamo tristi a quel tempo, ma l’americani novi, Friedkin dopo Pallotta ci avevano restituito l’orgoglio con un tecnico straordinario come condottiero della nuova Roma. E ora riecco il buio. Così, de botto, ce lo togliete. Ma chi, se non lui, ha difeso una maglia e una squadra dagli arbitraggi a senso unico, dalle manovre della lega calcio, da una stampa faziosa. E la società a bocca chiusa. Per forza ti fai i nemici, José. I campioni rotti e lui non si è arreso mai, lanciando pure quei fantastici giovani della Primavera: il calcio di domani ha solcato il prato dell’Olimpico. E ora noi a macerarci per sapere se Dybala e Lukaku se ne andranno o rimarranno, almeno loro. Lui, Mourinho, hanno avuto la faccia tosta di metterlo alla porta per una rosa di una quindicina di calciatori veri, quasi tutti ammaccati.

Occorre capire chi è stato José Mourinho per ciascuno di noi tifosi giallorossi. Era dai tempi di Nils Liedholm che non c’era tanta identificazione tra tifoseria e trainer. E come in un incantesimo maligno vi permettete di farlo sparire così. È stato l’uomo del soldout permanente, lo stadio pieno per qualunque partita, fosse anche con la più sbirulina delle squadre avversarie. Lui a dare la carica ai tifosi quando serviva l’incitamento per l’undici romanista e anche a zittire la tifoseria se esagerava nell’infierire contro avversari umiliati dal risultato. Posso dirlo?

 

 

 

Mourinho ci ha fatto sognare ed emozionare. E anche divertire fuori dal campo a canzonare in portoghese i giornalisti che non lo capivano nemmeno in lingua italiana. Si ricomincia da Daniele, capitan Futuro. Daniele De Rossi, che ama la Roma più dei suoi dirigenti. Toccamo fero... Lo sappia il nuovo tecnico, curriculum fantastico da calciatore ma tutto da scoprire come allenatore per la poca esperienza finora accumulata. Parli chiaro con la società, perché molte partite sono state vinte esclusivamente grazie alla bravura di mister Mou. E certo che se poi ti manca Abraham, si spacca Smalling, Dybala che si fa male una settimana al mese, e tutto il resto della compagnia che non riesce a reggere il ritmo tra campionato e coppe perché sono pure pochi, ma che deve fare la panchina?

Poi ti assale il dubbio atroce, insinuato da un antico capotifoso giallorosso del livello di Guido Zappavigna. Ma non è che Mourinho lo hanno usato? «Lo hanno costretto addirittura a usare giocatori ottimi in un altro ruolo, in ruoli che non sono i loro. Questo allenatore ha fatto miracoli con questa rosa». I soldi in tasca. Niente spesa per l’impresa. E quindi? «Il problema è sempre uno: purtroppo i presidenti qui a Roma vengono per fare lo stadio - prosegue- Nel momento in cui capiscono che in questa città lo stadio non si fa, svendono per rientrare un po’ di quello che hanno speso e ti lasciano una squadra senza né capo né coda». Non è che ha ragione lui, family Friedkin? 

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