Jannik Sinner, il contratto della vita: ecco per quanti milioni ha firmato
Tiger Woods non tira più. Non sul green, lì è sempre un mezzo mago, bensì come icona del marketing: lo ha stabilito la Nike che, con parole di circostanza («È stato un giro pazzesco, Tiger...»), ha fatto sapere che il re del golf non è più tra i suoi sportivi preferiti come negli ultimi 27 anni, quando la Tigre, griffato con il classico “baffo”, ha conquistato 15 major e 82 successi nel Pga Tour. Il lungo accordo di sponsorizzazione ha permesso a Woods di intascare la pazzesca cifra di mezzo miliardo di dollari ma ora le cose sono mutate: sui green indossa scarpe FootJoy, usa bastoni TaylorMade e palline Bridgestone.
Un divorzio che fa rumore e somiglia parecchio a un altro distacco storico: nel 2019 il brand che prende il nome da Swoosh, onomatopea che in inglese indica la velocità del vento, si separò da Roger Federer dopo 25 anni. Il campionissimo svizzero si consolò siglando un decennale principesco con la giapponese Uniplo per 30 milioni annui. Re Roger, icona immortale in ogni angolo del globo, non gioca ma intascherà ugualmente quella cifra sino al 2029. Senza muovere un dito.
NESSUNO FURBO COME MJ
Questa, difatti, è la nuova tendenza dei colossi di abbigliamento e attrezzistica sportiva nel mondo: pagare anche il dopo carriera purché si tratti di fuoriclasse assoluti. Nike ha stipulato contratti a vita con LeBron James, Kevin Durant e Cristiano Ronaldo. Superstar che beccano valanghe di dollari finché morte non li separi dall’azienda dell’Oregon. Un esempio: nel 2016 Lebron ha scelto Nike che gli versa 55 milioni di dollari a stagione fino alla sua dipartita da questo mondo. Cristiano Ronaldo ha firmato nel 2003 un accordo eterno con Nike per 147 milioni di euro complessivi. Ma occhio: durante una partita con la Al Nasser ha commesso la gaffe di indossare parastinchi Adidas, azienda rivale: una disattenzione che rischia di cancellare, o ritoccare al ribasso, quell’antico accordo con Nike. Discorso particolare merita Michael Jordan, l’antesignano di questo tipo di contratti imperituri.
Il grande Air, da debuttante nell’Nba, firmò nel 1985 un furbo accordo voluto da mamma Deloris con Nike: si assicurò per sempre il 5% dei guadagni derivanti da tutto quello che avrebbe portato il suo nome. A partire dalle celeberrime scarpe Air Jordan, tuttora prodotte con enorme successo. Mamma Jordan aveva fatto centro: ogni anno, pur senza farsi vedere in televisione, sul web o nei giornali, Michael continua a incassare quel famoso 5% che, dal 2003 (anno del ritiro agonistico), è salito vertiginosamente e gli ha fatto guadagnare una somma favolosa quantificabile in 250 milioni di dollari annui.
Sulla falsariga di Jordan e degli altri campioni messi sotto contratto in esclusiva dalla Nike, eccoci finalmente al nostro amabile e carissimo Jannik Sinner che si sta avviando alla stagione tennistica 2024 e ha debuttato la scorsa notte nel torneo-esibizione Kooyong Classic in vista degli Open d’Australia che prenderanno il via a Melbourne il 14 gennaio.
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GUADAGNI DA CAPOGIRO
Il nuovo Peter Pan del tennis azzurro ha imparato da Air Jordan: a soli 22 anni ha intanto strappato alla Nike un contratto decennale di 150 milioni di dollari, 15 a stagione. Ed è un accordo destinato a salire e a rimpinguare gli 8 milioni guadagnati dal rosso di San Candido nei tornei e i 5 da altri sponsor (Rolex e Head ma anche Lavazza, Fastweb, Parmigiano Reggiano, Alfa Romeo, Technogym, Pigna, Panini e Intesa Sanpaolo). Nike, come si vede, punta ormai al futuro e non solo all’immediato quando sceglie la nuove galline dalle uova d’oro e persevera, investendo, in una strategia di marketing vincente: firmando contratti decennali o a vita con i grandi assi degli sport più popolari e ricchi- calcio, basket, tennis e golf - il colosso americano punta a una proficua fidelizzazione del proprio marchio, assicurandosi un futuro di immagine e commerciale.
L’importante è scegliere il campione giusto: orgoglio azzurro che la Nike abbia inserito in questa ristretta ed elitaria squadra di superassi il nostro Sinner, il nuovo astro che nelle intenzioni della multinazionale di Beaverton è destinato ad affiancare Alcaraz (altra scommessa commerciale della Nike) e a prendere il posto di Rafa Nadal, per anni uomo-sandwich del tennis insieme a Federer. E Nole Djokovic? Rivale e mai in confidenza con il duo Rafa-Roger e col resto del mondo, ha preferito quattro anni fa Lacoste che gli versa 10 milioni annui ai quali vanno aggiunti i 7 della Head (racchette), i 5 dell’Asics (scarpe) e della Seiko (orologio da gioco). Domandona delle cento pistole: ma questi nostri eroi, dove li metteranno?