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Milan, Leao inedito: "Quando sono arrivato nessuno parlava di me"

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"Dico alle persone di non arrendersi mai. Cinque anni fa ero un bambino, giocavo in Francia e oggi sono al Milan in uno dei club migliori del mondo. Entrare a San Siro con la palla e indossare la maglia del Milan è sempre una gioia". Parla così Rafael Leao, intervistato da Sky Sport per lo speciale "Sarà perché vi amo". "La fascia da capitano in Milan-Verona? Il giorno della partita avevamo fatto meeting e riunione su tattica, poi il mister ha detto che senza Theo e Calabria sarei stato io il capitano - racconta il portoghese - Non me lo aspettavo però ha detto così. Ha detto che avevo la fiducia da parte di tutti. Erano tutti contenti e sono stato orgoglioso di questo. Sono tanti anni che sono qui, è già una gioia essere qui, poi spero di essere capitano altre volte. Sapere che i miei compagni si aspettano tanto da me mi inorgoglisce, mi fa stare tranquillo e mi motiva, mi spinge a dare il meglio".

Leao ricorda che "quando sono arrivato qua nessuno parlava di me, oggi sono un idolo - dice a proposito dei tifosi - Per questo li ringrazio. Mi hanno messo pressione ma è sempre stata una buona pressione come a dire ’dai muoviti, puoi farcela'. I tifosi mi hanno accompagnato, senza di loro non sarei quello che sono oggi. Cosa mi manca per arrivare al livello dei Ronaldo e di Mbappé? A questi livelli i numeri fanno la differenza perché Mbappé, Haaland, Messi fanno numeri che parlano per loro. Quando la penserò come loro, arriverò a quel livello".

 

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