Matteo Berrettini, l'anno zero: la scelta che può decidere la sua carriera
L’anno che verrà, per dirla alla Lucio Dalla, sarà esiziale per Matteo Berrettini. Sarà una spartiacque, un fondamentale sliding door nelle curve della vita di questo campione di tennis, fermo ai box da tempo, da troppo tempo.
Vittima di infortuni che ne hanno fiaccato il fisico e, soprattutto, il morale, proprio nei mesi in cui Jannik Sinner completava una maturazione tennistica che lo ha issato al numero 4 del ranking mondiale, il ragazzone romano chiede risposte convincenti al 2024 dopo l’ultima stagione che lo hanno depresso non poco.
Matteo è passato da essere il tennista più amato d’Italia, vincitore di 12 tornei Atp, due Queens e finalista di Wimbledon 2021, al ruolo di eterno e malinconico infortunato. Il sorpasso ai suoi danni effettuato da Jannik, ora numero 4 del mondo, ha graffiato i nervi e la tranquillità psicofisica del Berretto, attualmente precipitato al numero 92 della classifica Atp dopo che aveva raggiunto la posizione numero 6. E dal momento che le brutte notizie non sembrano essere finite del tutto, ecco l’ultima: il dolore a un piede accusato a Torino, dove si sta allenando, non rappresenta un segnale incoraggiante per il tennista romano che ha davanti a sé un gennaio ancora con qualche dubbio.
INIZIO CRUCIALE
L’inizio del 2024 si apre con una serie di tornei in grado di assegnare, complessivamente, 3500 punti (2000 negli Open d’Australia, 500 nella United Cup e 1000 in altri quattro tornei 250) che sarebbero oro per la risalita nel ranking mondiale. Quel dolorino al piede non pare grave ma ormai tutto spaventa Matteo, anche un refolo di vento gelido. E la salita è per lui sempre più ardita. Per un deciso cambio di rotta e tornare l’implacabile “hummer” del 2021, il 27enne tennista romano che è stato anche disturbato da antipatiche voci sul suo rapporto amoroso con Melissa Satta («Distratto? Ma quando mai? Le belle donne non distraggono. Auguro a Matteo di stare bene fisicamente, il resto verrà da solo», ha commentato Adriano Panatta) ha deciso di ricorrere alla stessa strategia seguita dall’amico Sinner e da campioni divari sport come Marcel Jacobs o lo stesso Gianmarco Tamberi, Larissa Iapichino o Greg Paltrinieri: mollare il vecchio allenatore e cercare una nuova guida tecnica.
Così, pur tra mille imbarazzi, Berretto ha reciso il cordone ombelicale che lo teneva legato al suo storico coach, Vincenzo Santopadre, e si è affidato alle mani sapienti di Francisco Roig. Un allenatore top che è stato per 18 anni accanto a Rafa Nadal, vivendo con lui le trionfali stagioni negli Slam. «Francis è un grande allenatore, conosce molto bene il tennis e mi ha aiutato a essere un giocatore migliore», ha commentato Nadal quando ha saputo che Roig è la nuova guida di Berretto. Santopadre, che ha cresciuto tennisticamente Matteo come fosse un figlio, è rimasto invece gelato dal divorzio: «È stato uno shock, un piccolo trauma, è innegabile sia così. Io e Matteo siamo stati bravi a proteggere il nostro rapporto, a non intaccarlo in alcun modo. E' stato un allontanamento professionale. A volte è necessario prendere determinate decisioni, ma non significa che domani non si possa andare a cena insieme».
La via crucis di questo ragazzone dalla muscolatura solida e imponente, arma letale quando ama armare il servizio e il diritto ma tallone d’Achille quando deve percuoterla per dare sostanza e fisicità al proprio tennis, era iniziata poco prima di Wimbledon 2022. Arrivato a Londra nelle vesti di uno dei favoriti per la conquista dello slam sull’erba, Berrettini si è preso il Covid e ha dovuto dare forfait. Da quel momento tutto è andato storto: più di un infortunio agli addominali ha costretto Matteo a stop prolungati.
GUAIO MUSCOLARE
Alla fine del 2022 si è infortunato a un piede, a inizio 2023 ha subìto un guaio muscolare al polpaccio destro prima del torneo di Acapulco, poi nuovi problemi agli addominali (a Montecarlo e ai Queens), infine una distorsione alla caviglia che lo ha portato al ritiro durante gli US Open. Ora si è fatto vivo un nuovo dolore a un piede, non così grave parrebbe. Nelle ultime settimane Berrettini ha ricevuto testimonianze d’affetto dai colleghi azzurri dei quali è stato il primo tifoso nell’estasi di Malaga, quando Sinner, Sonego, Musetti e Arnaldi hanno conquistato una storica Coppa Davis. «Vado in vacanza, ma al 2024 chiedo una stagione di grandi soddisfazioni, possibilmente anche per Matteo», ha detto Sinner. Volandri, il capitano di Coppa Davis, lo ha incoraggiato così durante la consegna dei Collari d’Oro al Coni: «Il male al piede avvertito da Matteo durante gli allenamenti? Non sono questi i problemi che preoccupano. Matteo è sereno, è tranquillo. Sta lavorando bene. L’ho sentito, è molto motivato, e questa è la parte prioritaria. Tempo al tempo, ma i risultati arriveranno». Carezze per Berretto che ha vissuto mesi d’inferno. E invoca, ora, soltanto un futuro senza ferite.