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Zirkzee, a Bologna c'è il nuovo re del calcio: chi lo vuole e quanto costa

Leonardo Iannacci
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Sono i dettagli a fare le differenze in questo calcio in preda a deliri di onnipotenza e a prese di posizione di scaldasedie che sorreggono il baraccone. Parlando di football giocato, che è la fetta migliore della storia, non si può che rimanere estasiati al cospetto dei magnifici dettagli mostrati, a ogni esibizione, da un ragazzone olandese di 22 anni, alto 1 metro e 93 centimetri, issatosi sul proscenio del nostro campionato come i campionissimi sanno fare. Stiamo parlando, ovviamente, di Joshua Zirkzee, il centravanti atipico del Bologna che ha tolto l’ossigeno all’Inter in Coppa Italia, eliminandola con due tocchi da prestigiatore. Quale è. «È fantastico, deve continuare così, allenarsi e giocare credendo in se stesso ma soprattutto nel lavoro», ha spiegato il dogmatico e freddo Thiago Motta. «E poi Joshua è una bella persona sul piano umano».

Con il Bologna sotto per 1-0, e dopo essere entrato in campo al minuto 85 della sfida, ha risolto tutto Zirkzee in 5 minuti: prima con un colpo di tacco (alla Cruijff) per l’1-1 di Beukema poi, dopo un tunnel ai danni di Acerbi, con un filtrante (alla Pirlo) per Ndoye che ha scolpito nel marmo i destini dell’Inter. 

 

 

 

CHI È DAVVERO

Ma chi è veramente questo Joshua Zirkzee di cui tutti parlano? Nato a Schiedam, municipio dell’Olanda più sconosciuta, il 22 maggio del 2001 e quindi sotto il segno dei Gemelli, Zirkzee è finito a 16 anni nel mirino del Bayern Monaco che l’ha messo sotto contratto. Un anno in prestito al Parma ha segnato il periodo nero del riccioluto: dopo sole 5 partite, Joshua si è rotto il legamento di un ginocchio. Il lungo stop ha anticipato la rinascita all’Anderlecht: 32 partite e 15 gol hanno aperto gli occhi a Giovanni Sartori che, imbeccato da Dario Rossi (ex scout del Milan) l’ha adocchiato per il Bologna dove è giunto in veste di vice-Arnautovic. Sartori lo ha pagato 8,5 milioni di euro ma c’è un accordo particolare tra il Bologna e il Bayern che ha conservato un diritto di recompra sul talento: per 40 milioni può riportarlo in Baviera e, in quel caso, Sartori assicurerebbe al proprio club una plusvalenza di 31,5 milioni. Se, invece, il Bologna deciderà di cederlo a un’altra società (il Milan ha già bussato alla porta) la squadra tedesca avrebbe diritto a una percentuale del 25-30% per cento sulla plusvalenza realizzata dal club di Joey Saputo.

 

 

 

PASSIONE BASKET

L’attuale stagione eccitante di Zirkzee è iniziata la scorsa estate quando il Bologna si è liberato di Arnautovic per fare spazio a questo lungagnone dai piedi fatati: mai scelta fu più felice. Motta lo ha messo al centro del suo villaggio calcistico e il Bologna dei miracoli, che domani affronterà l’Atalanta, è ai suoi piedi (fatati). Zirkzee incarna il prototipo del centravanti moderno, elegante, in grado di difendere, impostare e segnare. E la filosofia zen è il suo stile di vita: «Amo le ore del mattino perché sono quelle che mi caricano e riescono a darmi la benzina giusta per gli allenamenti, mi ripulisco la mente. Era così anche quando giocavo in strada, laddove sono cresciuto». Il basket è davvero la sua seconda passione: «Gli Usa sono il paradiso e i Los Angeles Lakers la squadra che amo. Ho ammirato Kobe Bryant a tal punto da chiamare così il mio cane anche se questo pigrone non ha propriamente la forza mentale che aveva il Black Mamba». La regole di Zirkzee, il ragazzo che vuole farsi re del calcio (e ci riuscirà) sono tre: «Rimanere sempre calmo, dominare le cose che possono sfuggirti, sorridere ogni giorno». Qui a Bologna non si ricordano di un come lui dal 1998. L’anno di Roberto Baggio.


 

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