"Federer e Nadal? Per loro provo un grande rispetto, ma non siamo amici perché siamo rivali, e questo rende difficile il fatto di stare vicini e condividere intimità della nostra vita che potrebbero essere usate contro di noi”. Racconta così in una lunga intervista Nole Djokovic.
Il numero uno al mondo lo fa nella celebre trasmissione 60 minutes, concessa alla Cbs, andata in onda nella notte italiana tra domenica e lunedì. Con i suoi storici rivali in campo “abbiamo condiviso il palco per così tanti anni con grande rispetto, quindi spero che un giorno, quando il sipario si chiuderà, potremo sederci, parlare e riflettere, sarebbe fantastico".
Novak Djokovic, la paparazzata di Chi: come non si era mai visto prima
Il tennista numero 1 al mondo, semplicemente Novak Djokovic. Già, il serbo ora è ancor più sulla bo...Djokovic e le posizioni del Covid: “Non sono no-vax, ma la gente deve essere libera di scegliere”
Djokovic ha anche parlato della sua posizione sulle vaccinazioni, che tanto ha fatto discutere durante la pandemia: "Non sono no vax e nemmeno pro vax — dice —. Voglio che la gente sia libera di scegliere. Sono stato identificato come il cattivo del mondo quando ho deciso di non vaccinarmi contro il Covid, ma io non sono contro i vaccini, sono solo a favore della libertà di scegliere”. All’inizio della carriera, prima delle partite importanti, “ero intimidito da Nadal, lui invece era disinvolto al punto che potevo sentire la musica che ascoltava dalle sue cuffiette — ricorda Djokovic —. E questa cosa mi infastidiva, Nadal mi faceva proprio in***zare!".
Sinner e Djokovic, "come finirà". La doccia gelata di Mouratoglou
Chi spera che Jannik Sinner già nel 2024 possa agguantare Nole Djokovic nel ranking Atp e diventare numero uno de...Djokovic: “La forza mentale non un dono di natura. Il ritiro? Quando gli altri mi prenderanno a calci nel sedere”
Sempre secondo Nole, la forza mentale “non è un dono di natura, ma è qualcosa che arriva con il lavoro, ma a volte anche io fatico a controllarmi, quando rompo la racchetta non ne vado orgoglioso, me ne vergogno — dice —. Ma al tempo stesso mi accetto come essere umano imperfetto. La fame dei giovani tennisti mi risveglia”. Sul ritorno, infine, il serbo dice di farlo “quando i giovani inizieranno a prendermi a calci nel sedere vorrà dire che è arrivato il momento di riflettere — conclude —. Ma per ora non accade...".