Jannik Sinner, "chiedete a Matteo Berrettini": parole clamorose sul compagno
“La vittoria in Coppa Davis a Malaga? Sapevamo che era un anno importante, la Spagna non c’era, la Russia non poteva giocare. Quando ero sotto tre match point con palle abbastanza nuove sapevo che avrei potuto avere una chance. Eravamo in lotta dal girone di Bologna, con tanta fatica a Malaga ci siamo qualificati per la semifinale e la finale, poi in finale è andata via facile". Ha raccontato così Jannik Singer durante i Supertennis Awards, la kermesse di fine anno in cui l’emittente ufficiale della Fitp conferisce i vari riconoscimenti ai migliori tennisti italiani, andata di scena lunedì a Milano. L’altoatesino di Sesto, 22 anni, ha ricevuto il premio di tennista dell’anno e si è raccontato durante una chiacchierata col comico Max Giusti, presentatore dell’evento.
“Vedere i giocatori in panchina quando stai giocando (a Malaga, ndr), chiedere a Matteo Berrettini o ad altri il loro punto di vista da giocatore è bello — le parole di Sinner —. Vincere così una Davis è speciale. Ci tengo a dire che vedere Matteo lì è stato molto bello. Non è dentro col suo nome sulla coppa, ma se in qualche modo si potesse fare tutti noi vorrebbero che ci fosse”. Mentre sull’inserimento di papà Hanspeter Sinner all’interno dello staff, come cuoco, Jannik ha spiegato che “lui è sempre stato uno che lavorava tanto, però negli ultimi due anni ho visto che era un po’ giù. Era in cucina da 40 anni, lo volevo tirare un po’ fuori da quella situazione. Questo gli ha permesso di tirarsi su, e di vedere anche un po’ come vivo io”. Una persona che “spadella bene”, ha aggiunto ridendo, e che “mi godo di più ora, dato che da quando sono andato via da casa non ho avuto tanto tempo con i miei genitori”.
"Non ce ne siamo resi conto": Coppa Davis, la spiazzante confessione di Sinner
Sinner: “A Toronto la svolta, ho continuato a lavorare per un grande finale di stagione”
La svolta nella giovanissima carriera di Jannik è arrivata a Toronto, con il primo sigillo in un Masters 1000. “È stato un momento chiave per me — ha raccontato — Ho fatto ottimi risultati a inizio anno, sentivo che ero tanto vicino ma non riuscivo a vincere il primo Masters 1000. Ho perso due finali a Miami, poi quando vinci il primo titolo significa tanto per una carriera”. Per gli ultimi appuntamenti del 2023 “abbiamo continuato a lavorare e questo ci ha fatto fare un gran finale di stagione — ha detto ancora —. Cosa mi ha fatto cambiare marcia? Non so, credo che quando fai tanti risultati di fila a fine anno vuol dire che prima hai lavorato tanto. E per ‘prima’ non si intende uno o due mesi, ma quasi un anno. Abbiamo girato tanto, devi essere anche fisicamente preparato. Il lavoro, la voglia di mia di lavorare tanto e il team formano una combinazione di successo“.
Una questione di soldi, la bomba-Sinner sulla Figc: perché trema il calcio italiano
Sinner: “La sconfitta con Tiafoe a Vienna colpa mia”. E su Djokovic…
Nell’exploit dell’azzurro, molto hanno inciso le esperienze pregresse. Come la sconfitta dolorosa di Vienna con Tiafoe al termine di un incontro surreale: “Alla fine era colpa mia quando ci ho perso due anni fa — ha detto ancora Sinner — Ho servito per il match, preso il break poi nel terzo è andato via facile. Lui è stato molto furbo, lì per lì non me ne sono nemmeno reso conto. Quest’anno il mio team mi ha aiutato a capire che devo migliorare non tanto sulla tattica, ma sull’affrontare le partite con la mia testa, riprendere la concentrazione subito quando la perdo”. Poi un commento finale sulle due vittorie contro Novak Djokovic tra Finals di Torino e Coppa Davis, nel match delle semifinali di Coppa Davis: “La prima è diversa, speciale. Davvero bello farlo lì in casa, con il pubblico italiano — ha concluso — La seconda è una vittoria figlia della tanta voglia di vincere la Coppa”.