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Giulia Cecchettin, "devi fare la sua fine"

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Non passa giorno che la cronaca non ci sbatta sotto gli occhi episodi raccapriccianti che dimostrano quanta violenza ci sia anche nelle parole usate contro le donne. In provincia di Padova, ad esempio, durante una partita di basket del campionato Under 17, un genitore ha aggredito verbalmente un'arbitra di 17 anni, rea a suo dire di favorire la squadra avversaria. "Devi fare la fine di quella di Vigonovo!", ha urlato l'uomo intendendo per "quella di Vigonovo" Giulia Cecchettin, rimasta vittima, nelle scorse settimane, di un femminicidio. 

 

A pochi chilometri da quel palazzetto dello sport, ieri si celebravano proprio i funerali della giovane ammazzata dall'ex fidanzato e quel padre, con tutt'altri toni da quelli del papà di Giulia, colpiva con le sue parole la giovane arbitra. La fine atroce di Giulia "avrebbe dovuto smuovere le coscienze di tutti ma evidentemente non è stato così. E la cosa non sorprende", scrive su Instagram la pagina Lagiornatatipo raccontando l'aggressione, ma anche l'intervento del padre dell'arbitra per cercare di arginare la violenza dell’uomo". "La Federazione", si legge sul post de Lagiornatatipo, "ha offerto tutela e vicinanza all’arbitra e a breve prenderà provvedimenti in merito. Ma non è questo il punto", continua l'account seguito da 300mila persone per ribadire che, "di fronte a un fatto del genere non dobbiamo indignarci perché sia avvenuto a una partita di basket, sport che ci sta tanto a cuore. Dobbiamo indignarci perché questo orribile episodio sia avvenuto. E perché, quotidianamente, in ogni ambito sociale, accadano episodi di violenza come questi".

 

"Dobbiamo indignarci perché prima di questa frase l’uomo aveva già iniziato da diversi minuti a offendere l’arbitra. Come se fosse normale. Come se fosse una consuetudine radicata offendere gli arbitri", si legge su Instagram. "Dobbiamo indignarci perché ciò che viene fatto per cercare non solo di migliorare la cultura sportiva, ma soprattutto di arginare l’enorme problema della violenza contro le donne, è insufficiente". "Dobbiamo indignarci perché questo episodio è lo specchio della società in cui viviamo. Una società che si auto-assolve al grido di “non siamo tutti così”, dimenticandosi del focus del problema: risolverlo". "Anche questo episodio, come tutti, creerà scalpore per alcune ore, salvo finire nel dimenticatoio in attesa del prossimo. Su un campo da basket, in un ufficio, sull’autobus, in discoteca, tra le mura domestiche", conclude l'account Lagiornatatipo mandando "un abbraccio a questa ragazza, sperando possa superare quello che le è accaduto, che non vada dispersa la sua voglia di arbitrare, e l’amore per il basket, e sperando di poterle garantirle in futuro di vivere le sue passioni in un ambiente migliore grazie all’impegno di tutti". 

 

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