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Charles Leclerc, rinnovo-monstre con la Ferrari: quanti milioni all'anno incasserà

Leonardo Iannacci
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A Maranello fa molto freddo in questi giorni, e non solo per i rigori dell’inverno. Si è chiusa una delle stagioni più deludenti e malinconiche della storia del Reparto Corse, un tempo vanto della fabbrica creata da Enzo che non considerava una buona notizia neppure un secondo posto. Neppure l’unica vittoria ottenuta in campionato da una vettura che non fosse una Red Bull - e stiamo parlando del gran premio di Singapore conquistato da Carlos Sainz- resta una consolazione degna per una scuderia che non vince un mondiale dal 2007, l’anno di Kimi Raikkonen iridato. Unica certezza per il presidente John Elkann e il team manager francese Fred Vasseur resta quindi Charles Leclerc, il ragazzo monegasco sul quale la Ferrari ha puntato tutte le sue fiches cinque anni fa e al quale continua a non dare una vettura degna del passato glorioso del Cavallino. Intendiamoci, l’ormai 26enne Leclerc definito troppo precocemente “Il Predestinato” ce la mette tutta, sbaglia anche e forse non ha la classe di Max Verstappen, ma vedersi sorpassato in termini di prestigio e vittorie da quel fenomeno dell’olandese e avvicinato da una muta di giovani che gli azzannano le gomme (Norris, Piastri, Russell) lo mortifica.

TUTTA LA FIDUCIA
A Maranello sanno bene che non possono perderlo, così per fissare un sicuro punto di partenza per il futuro e, soprattutto, per il 2026 quando cambieranno tutti i regolamenti e in azienda si dovrà realizzare la monoposto su un foglio bianco e non più in copia-carbone dei catorci di questi anni, si è pensato di dare a Charles tutta la fiducia possibile. Gli stanno perfezionando un nuovo contratto valido sino al 2029 per una cifra iniziale attorno ai 16 milioni di euro che, per effetto di bonus vari, potrà lievitare anche di parecchio. C’è un però. Anzi due: per guadagnarsi quella cifra il buon Charles dovrà dimostrare d’essere in grado di vincere un mondiale. Quindi metterci del suo più di quello che ha fatto in questi anni dove le 23 pole position e i 5 gran premi non sono bastati per avvicinarsi prima al grande dittatore Hamilton e poi al nuovo tiranno Verstappen. Secondo “però”: la Ferrari deve piantarla di costruirgli monoposto che beccano un secondo a giro dalla concorrenza, che mangiano le gomme e devono spesso arrendersi non solo alla Red Bull o alla Mercedes, ma anche a vetture costruite con budget e possibilità tecniche inferiori rispetto al plotone di tecnici che lavorano a Maranello. Sotto la guida organizzativa di Binotto prima e di Vasseur poi, e sotto la direzione tecnica dell’ingegner Cardile, la Ferrari sta fallendo anno dopo anno raccogliendo persino risate di scherno nel paddock. Il Drake si starà rigirando nella tomba.

 


PAZIENZA AGLI SGOCCIOLI
Dopo aver perso la faccia in tanti, troppi gran premi, la Ferrari non può assolutamente permettersi di perdere anche la velocità e il talento di Leclerc. Anche perché la pazienza di John Elkann è agli sgoccioli: «Servono vittorie, così non va», ha detto il presidente della Ferrari. Mentre Vasseur si è limitato a una difesa d’ufficio: «Non so se il prossimo anno sarà migliore, nessuno lo sa. Se riesci a recuperare un secondo al giro e gli altri ne recuperano uno e mezzo allora sembri stupido. Se, invece, gli avversari limano appena 5 decimi allora sembri un eroe. Non voglio essere troppo ottimista, perché probabilmente questo atteggiamento è stato uno dei problemi dell’anno che si chiude». Per chiudere, ecco la top-ben dei piloti più pagati in F.1 nella prossima stagione (i milioni di euro indicano solo l’ingaggio e non comprendono introiti da sponsor e altri accordi commerciali): 1) Max Verstappen (Red Bull) 70, 2) Lewis Hamilton (Mercedes) 55, 3) Fernando Alonso (Aston Martin) 34, 4) Sergio Perez (Red Bull) 26, 5) Charles Leclerc (Ferrari) 16, 6) Lando Norris (McLaren) 14, 7) Carlos Sainz (Ferrari) 12, 8) George Russell (Mercedes) 9, 9) Pierre Gasly (Alpine) 6, 10) Oscar Piastri (McLaren) 5. 

 

 

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