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Inter, rinnovata tutta la dirigenza: il colpaccio prima della Juve

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Fabrizio Biasin
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È arrivata questa notizia che può sembrare banale ma banale non lo è affatto: Giuseppe Marotta, amministratore delegato della parte sportiva dell’Inter, ha prolungato il suo contratto con il club nerazzurro. Scadeva nel 2025, ora nel 2027. Capite bene che non si tratta di quisquilie, soprattutto se concordate sul fatto che siamo di fronte a un tizio che sa il fatto suo. Per dire, i conti. Le ultime dicono che a fronte di una situazione “a monte” ancora piuttosto complicata, quella del club migliora di giorno in giorno. Lo ha certificato il cda andato in scena ieri, chiamato ad approvare la prima trimestrale della stagione 2023-24, quella che va da luglio a settembre: il fatturato del gruppo si è attestato a circa 166 milioni, con enorme aumento (circa 60 milioni) rispetto a un anno fa. Decisive in tal senso le plusvalenze generate dalle cessioni di Onana (51 milioni) e Brozovic (17,5), alle quali si sommano i quattrini derivati dai diritti tv, i match day (San Siro praticamente sempre tutto esaurito) e il “licensing & retail”, una roba che non si mangia ma evidentemente porta grano.

E, quindi, patron Steven Zhang ha fatto la sua mossa: rinnovo dell’ad che, tra l’altro, anche di recente ha chiarito come l’Inter sarà il suo ultimo club (prima di un possibile/probabile futuro in politica). Ma non finisce qui. Oltre a Marotta, la cui firma doveva obbligatoriamente essere comunicata, la proprietà cinese ha prolungato gli accordi anche agli altri componenti del management Sport, ovvero Piero Ausilio (ds) e Dario Baccin (vice), anche loro fino al 2027. Un doveroso attestato di stima per il trio che nelle ultime cinque sessioni di mercato tra estiva e invernale è riuscito a mettere insieme un tris di obiettivi affatto semplici: 1) Abbassare il monte ingaggi. 2) Portare grano in cassa al netto di acquisti e cessioni. 3) Mantenere alta la competitività della squadra. Beh, ci sono riusciti. Dice l’attento osservatore: ma questa cosa di Zhang che prolunga gli accordi si traduce nella volontà di restare in sella oltre la scadenza del prestito con il fondo Oaktree (275 milioni + corposi interessi da restituire entro il 20 maggio 2024)? Può darsi, anche se in tal senso è impossibile avere alcun tipo di certezza (chi ce le ha, mente).

 



Ecco, certezze. Ne abbiamo un paio, anche tre. La prima è che nonostante alcuni evidenti problemi legati ai guai della proprietà, le scelte dei dirigenti e i recenti risultati sportivi hanno riportato l’Inter nell’élite dei club che attizzano gli investitori (la recente qualificazione al Mondiale per Club 2025, tra l’altro, vale come colossale “acceleratore”). La seconda è che domani sera a Torino si gioca Juve-Inter, partita non banale. Un’eventuale sconfitta dell’attuale capolista trasformerebbe tutti questi peana in brontolii del tipo «ecco, quelli fanno i rinnovi e intanto in campo dormono!», più altre cattiverie gratuite. La terza è che ieri l’ex bianconero, ora interista Juan Cuadrado si è allenato con il resto del gruppo e rischia persino di poter giocare 5 minuti. Pensa te che roba. 

 

 

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