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Jorginho, clamoroso Luciano Spalletti: la scelta che cambia l'Italia

Claudio Savelli
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Da reprobo a titolare è un attimo lungo due anni. Tanti ne sono passati dal secondo rigore sbagliato contro la Svizzera alla nuova maglia da titolare in Nazionale, per Jorginho. Nel calcio è un tempo sufficiente a cambiare club, dal Chelsea all’Arsenal, e ct, da Mancini a Spalletti. Jorginho torna al centro dell’Italia dopo aver scrollato dalle spalle il peso di quei due penalty falliyi nelle qualificazioni Mondiali: uno in Svizzera-Italia 0-0 del 5 settembre 2021 e uno in Italia-Svizzera 1-1 del 12 novembre 2021 due anni fa, appunto.

Il secondo rigore fallito arrivò a tempo scaduto, oltre il 90’, all’Olimpico di Roma, lo stesso stadio che domani riaccoglierà Jorginho da titolare. Perché il destino, come l’amore che il regista ha sempre giurato alla maglia azzurra, fa giri immensi e poi torna. Metti che di fronte ci sarà la Macedonia contro la quale Jorginho fu titolare in quei maledetti playoff per i Mondiali e il gioco è fatto. Questa è la più classica delle seconde possibilità. A concederla è Spalletti, che nei primi due giri di convocazioni ha dovuto rinunciare al regista ideale del suo 4-3-3 perché non giocava e perché era meglio così.

Il nuovo ct, libero da sentimenti verso chi ha vinto l’Europeo, ha volutamente creato una pausa tra la prima esperienza di Jorginho e la seconda in modo da allontanare il senso di inadeguatezza e l’accecante voglia di rivalsa in un calciatore che, per il ruolo, deve essere il più possibile lucido.

 

Spalletti vede Jorginho prendersi l’Arsenal e provvede a chiamarlo. Non come riserva di Locatelli che ha dato forfait ma come titolare. Jorginho è di recente tornato il regista che dava il ritmo al Napoli, al Chelsea e all’Italia di Mancini perché non fa solo il regista: con Arteta ha anche assimilato nuovi concetti di copertura senza il pallone tra i piedi che lo completano. A 31 anni non è tardi per l’ultimo salto di qualità, se si è predisposti a farlo.

Mai titolare nelle prime sette di Premier, Jorginho ha giocato dall’inizio 4 delle ultime 5. E nelle ultime 3 tra campionato e Champions era capitano. Una rinascita. Jorginho l’aveva predetta a Spalletti, qualche mese fa, al telefono: «Non si preoccupi mister, tornerò in Nazionale». Sapeva di poter tornare utile, magari non di essere subito fondamentale visto che Bastoni, il regista difensivo, si è fermato per un affaticamento muscolare (niente Macedonia, da valutare per l’Ucraina). Alcune richieste di Spalletti a Jorginho sono le stesse di Mancini («Vuole che controlli e tenga compatta la squadra»), altre saranno diverse: meno tocchi brevi, qualche tracciante lungo in più quando la squadra si distende, maggiore intensità senza palla. «Quella te la dà la Premier», ha assicurato Jorginho con gli occhi di chi vuole riprendersi ciò che è suo: l’Italia e l’Europeo con l’Italia.

 

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