Charles Leclerc, l'ultimo sospetto sul ritiro: cos'è successo davvero
Il problema elettronico alla SF-23 di Charles Leclerc, che ha così portato al malfunzionamento del sistema idraulico, è l’ennesimo colpo di una stagione per la Ferrari da dimenticare. Mentre stava facendo il suo giro di ricognizione, il monegasco è finito contro le barriere di curva 6. Un'anomalia che ha mandato in allarme il sistema elettronico di autoprotezione. A conferma di ciò anche il fatto che Leclerc dopo l'incidente è riuscito a riaccendere la vettura e ripartire salvo poi vedersi nuovamente spegnere tutto dal sistema di protezione dopo circa 15 secondi. Secondo Fanpage, ciò farebbe pensare che se la vettura non si fosse spenta da sola probabilmente il motore avrebbe avuto una rottura da lì a breve, ma anche che probabilmente ad essere andata in crash sia stata la centralina elettronica.
Leclerc, a Las Vegas quinta centralina sulla sua SF-23? Sarebbero cinque posizioni di penalità
Se negli ultimi GP di stagione — Las Vegas e Abu Dhabi — si potrà utilizzare ancora quella power unit (senza incorrere in penalità in griglia di partenza), si dovrà però montare una nuova centralina (la quinta stagionale per il monegasco) che dunque potrebbe costare a Las Vegas una penalità di 5 posizioni sulla griglia di partenza su una delle piste che, almeno sulla carta, potrebbero essere congeniali alla SF-23.
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Leclerc: “Perso il servosterzo e sono andato dritto, il volante era molto duro”
Queste erano state le parole lasciate da Charles dopo il ritiro in Brasile: “Ero alla curva 6, ho perso il servosterzo e sono andato dritto perché il volante è diventato molto duro. Tutto questo è successo in una frazione di secondo. Non avevo più il controllo”. E ancora: "Le ruote posteriori si sono bloccate da sole. Ho perso il servosterzo e poi il motore si è spento per motivi di sicurezza nel giro di formazione”. Insomma, la sfortuna nella sfortuna per il numero 16 e la Ferrari, che sperano in un 2024 più all’altezza dopo le promesse di lotta per il titolo quest’anno.
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