Calcioscommesse, Sandro Tonali e il sospetto di Cellino: "Le cattive compagnie a Milano"
A una settimana esatta dall’avviso di garanzia ricevuto a Coverciano, per Sandro Tonali non sono giorni facili. Ascoltato dalla Procura di Torino, ha ammesso di aver scommesso su siti illegali e confessato di aver puntato anche sul Milan nel periodo in cui ci giocava.
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Una situazione pesante, che potrebbe configurare anche il reato di illecito sportivo e causare al centrocampista una squalifica di un anno o anche di più. Il giocatore, per il momento, è rientrato in Inghilterra e sta ricevendo tutto il sostegno possibile dal suo attuale club, il Newcastle che, nel frattempo, cerca di capire come evolve la situazione per intraprendere, eventualmente, anche azioni legali nei confronti del Milan, al quale ha versato più di 60 milioni di euro quest’estate per acquistare Tonali. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, Tonali si allena con il resto della squadra e sabato potrebbe anche scendere in campo nel match casalingo contro il Crystal Palace.
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Nel frattempo, a intervenire in difesa del ventitreenne lodigiano è il suo ex-presidente ai tempi del Brescia, Massimo Cellino, solleticato dal Telegraph: "Sandro Tonali è un grande giocatore, uno pulito che lavora per diventare uno dei migliori. Ma Milano è una città in cui è facile frequentare cattive compagnie. L’ho chiamato a Ferragosto, gli ho detto di non scordarsi mai che era a Newcastle per giocare a calcio e non doveva deprimersi. Mi ha risposto che era orgoglioso di essere in un grande club, che lì lo avevano fatto subito sentire importante e che lo amavano".
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Cellino parla di Tonali come un padre con il proprio figlio: "Sono sicuro che è un ragazzo pulito con dei principi. A Brescia tutti i miei giocatori lo amavano. Coi primi soldi - racconta Cellino al quotidiano inglese - ha comprato una macchina al padre, un falegname, e una casa alla madre, un’infermiera. Disonesto lui? Ma per favore. Non capiscono cosa stanno facendo a questo ragazzo: se quelle cose le ha fatte Tonali, non voglio pensare a quanti altri le fanno".
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