Calcioscommesse, "alto tradimento": cosa aspetta Tonali e gli altri
Un alto tradimento. Così il ministro Andrea Abodi ha definito i calciatori invischiati nello scandalo del calcioscommesse. “Può sembrare una definizione ridonante - ha dichiarato ai microfoni di Rai Radio 1 - ma per me è così. È un tradimento della passione, della fiducia, del ruolo che non è solo quello del calciatore, ma di riferimento per i ragazzi a livello comportamentale. E quindi, va molto oltre il mancato rispetto delle norme. È un messaggio diseducativo. I calciatori sanno che non possono scommettere, lo sanno perché viene detto loro sempre, sistematicamente e forse non efficacemente”.
“Forse - ha aggiunto Abodi - manca il controllo, i ragazzi un tempo erano seguiti dall'allenatore in modo più diretto. Non si può pensare di contrastare dicendo semplicemente 'non si fa'. Sto cercando di elaborare una carta dei doveri perché i contratti dei professionisti spesso si concentrano sui diritti. Io credo che invece debbano essere arricchiti da una componente che parla solo dei doveri: il dovere di non doparsi, non prendere soldi in nero, non scommettere perché è vietato per i professionisti, non guardare le partite su piattaforme pirata”. Insomma, l’intenzione del ministro è fare qualcosa di concreto per evitare che si ripetano altri casi come quelli di Fagioli e Tonali.
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Il centrocampista della Juventus ha patteggiato con la procura federale: verrà sanzionato con una squalifica di un anno - 5 mesi saranno commutati in prescrizioni alternative, quindi tra 7 mesi potrà tornare a giocare - e un’ammenda di 12.500 euro per aver violato il Codice della giustizia sportiva che non consente di effettuare scommesse su eventi calcistici organizzati da Figc, Uefa e Fifa. Una strada simile potrebbe essere intrapresa da Tonali, che ammettendo di avere un problema e autodenunciandosi potrebbe evitare i tre anni di squalifica previsti dal Codice di giustizia sportiva.
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