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Euro 2032 a Italia e Turchia, "una grande opportunità". Il nodo degli stadi

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L’Italia ospiterà l’Europeo 2032 insieme alla Turchia. Per la quarta volta siamo stati scelti come paese ospitante: i precedenti risalgono al 1968, 1980 e 2020; nell’ultima occasione all’Olimpico di Roma si sono giocate quattro partite del format itinerante, concluso con la finale a Wembley e il trionfo della Nazionale di Roberto Mancini. La strada verso il 2032 è ancora lunghissima, dato che ci sono di mezzo altri due Europei da disputare, uno già la prossima estate e con Luciano Spalletti in panchina. 

 

 

Il ministro Andrea Abodi ha parlato di “grande opportunità” che “dovrà generare eredità positive ben prima di quell'appuntamento e non solo nelle città che saranno direttamente coinvolte nell'evento. Sarà importante, da un lato, interpretare cosa sarà il calcio tra nove anni, in un mondo che cambia velocemente, e lavorare sodo e in modo costruttivo per il calcio di oggi, che deve porsi l'obiettivo, concreto e non rinviabile, di migliorare le infrastrutture, il modello di gestione e le modalità di relazione con appassionati e tifosi, a partire dalle giovani generazioni. Buon lavoro - ha aggiunto il ministro - alla Figc, alla quale daremo tutto il nostro supporto per contribuire all'organizzazione di questo affascinante avvenimento”. 

 

 

Dal canto suo Gabriele Gravina ha parlato di “uno stimolo, una opportunità che dobbiamo saper cogliere”. Il presidente della Figc è concentrato soprattutto sulla delicata questione stadi: “Dobbiamo mettere insieme in questi tre anni tutte le forze poter offrire un pacchetto credibile”. L’Italia ha tempo fino al 2026 per indicare i cinque stadi in cui si disputeranno le partite: “C’è la Federazione, le società interessate e c'è ancora da lavorare mettendo insieme le idee, i progetti e la strategia. Sceglieremo le strutture che risponderanno ai criteri che noi fisseremo. Il tempo sfugge”. 

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