"Prendete Adli": volata scudetto, il dettaglio che può decidere tutto
Di solito il campionato lo vince chi trova le grandi prestazioni dei titolari, dei campioni, degli intoccabili lungo tutta la stagione. È andata così con il Napoli di Osimhen e Kvara, con il Milan di Leao e Tonali, con l'Inter di Lukaku. Quest’anno potrebbe essere diverso. Vista l’impressionante (e strana, rispetto al passato) mole di infortuni muscolari che si sta verificando in campionato e l’attenzione crescente dei dirigenti verso le rose equilibrate piuttosto che verso le formazioni titolari perfette, stanno diventando fondamentali i giocatori a cui anni fa non avresti chiesto nulla più di un sei politico in pagella. Vincerà chi avrà i tappabuchi più pronti a prendersi la scena, che non vuol dire per forza più forti.
Un buon esempio è Ostigard che ha rinvigorito il Napoli di più quanto non abbiano fatto i titolarissimi. Dopo un anno da ultimo dei centrali e un inizio stagione in cui non sembrava cambiato nulla, si è ritrovato titolare e ha offerto un paio di ottime prestazioni: ordinato, concentrato e pulito, quel che serviva ad un Napoli nel caos. Contro il Lecce ha pure segnato la rete che ha sciolto una squadra fino a pochi giorni fa contratta dal nervosismo.
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Di fatto Ostigard sta aiutando Rudi Garcia a guadagnare la fiducia del pubblico e dello spogliatoio, così come anche Natan che non era pronto per giocare e invece, quando non c’erano più alternative, pronto si è rivelato, a conferma che a volte manca coraggio nell’affidarsi agli ultimi della classe. Perfino Gaetano, elogiato spesso da Spalletti, fa l’esordio stagionale e trasforma la vittoria del Napoli in una festicciola simile a quelle dello scorso anno.
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Il contributo di chi non ti aspetti vale doppio perché fa sembrare l’allenatore un genio, permette ai titolari di riposarsi un po’ ma anche paradossalmente obbliga i titolari stessi a svegliarsi per non perdere il posto. Così la stanchezza sparisce di colpo e il rendimento torna a essere elevato. Non parliamo di titolari aggiunti come Carlos Augusto e Pavard nell’Inter, ma proprio degli ultimi della classe: servono anche loro perché gli infortuni si stanno moltiplicando. Il Milan ha snellito la rosa quindi Pioli deve attingere anche al fondo. Così si è ritrovato a chiedere ad Adli, a cui non aveva mai fatto vedere il campo, di sorreggere la squadra. Pur con il suo ritmo compassato e l’andatura ciondolante, il francese ha tenuto botta ad un livello superiore imposto dalla Lazio: ora è un giocatore in più.
Inter, la solitudine di Lautaro: un grosso problema per Simone Inzaghi
L’Inter si è ritrovata con Sanchez e Klaassen titolari dopo la prima sconfitta della stagione: un obbligo, non un rischio. Sono arrivati per ultimi e a costo zero solo perché erano occasioni di mercato e ora si ritrovano centrali. Che fanno? Sono i migliori nel primo tempo eppure Inzaghi li toglie poco dopo l’intervallo. Non hanno grande autonomia, è vero, ma è meglio dare loro minuti in più ora per ottenere qualcosa in cambio in futuro. Non si può pretendere che il Lautaro di turno sia sempre perfettamente lucido come nell’ultima mezz’ora di Salerno.