Gigio Donnarumma fischiato? Perché no: un atto masochista, meglio tacere
Fischiare Gigio Donnarumma non ha senso per diversi motivi. Il primo è banale, ma non per tutti: per fischiare ti devi impegnare. Costa fatica, sia mentale che fisica, e una persona normale che vuole godersi una partita della Nazionale dal vivo magari preferisce rilassarsi. Dovrebbe, ma c’è chi va allo stadio per sfogarsi e non per vedere un evento sportivo. Va bè.
Bisognerebbe creare un evento pregare in una stanza dedicata cui ci si può sciogliere prima di recarsi sugli spalti.
Il secondo motivo: il fischio è uno strumento nelle mani del pubblico, serve a esprimere dissenso per ciò che si vede, quindi perde di senso se è preventivo. Fischia la Nazionale se gioca male, non Donnarumma perché gioca, altrimenti la squadra non riceve alcun feedback. Magari non è all’altezza ed esce dal campo pensando di essere fortissima, tanto il problema è il portiere, no? Se fischi, crei un alibi comune. Se esiste uno su cui la colpa ricade sempre e comunque, in automatico togli responsabilità a tutti gli altri. È il contrario di quanto dovrebbe fare un pubblico nei confronti di una squadra, soprattutto verso la Nazionale che è letteralmente di tutti. E bisognerebbe capirlo, archiviando la tifoseria dei club.
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ECCEZIONE
Se non si riesce, si può vivere l’azzurro senza trasporto, nel più totale disinteresse, e quindi senza necessità di fischiare. Se un minimo di interesse verso le sorti dell’Italia lo si conserva, allora bisognerebbe contare fino a dieci e nel frattempo chiedersi in che ruolo gioca Donnarumma. Portiere, già. Quello per cui si dovrebbe fare un’eccezione al fischio. Ha ancora meno senso solleticare il calciatore con i guanti perché è quello più predisposto all’ascolto del pubblico, avendo tempo in solitudine durante il gioco, e il più esposto all’errore personale. Fischiare un portiere (il tuo portiere) è autolesionismo puro. Ok, proprio non lo sopporti? Sfogati all’annuncio delle formazioni, quando gli azzurri sono negli spogliatoi e magari non sentono. Che senso ha condizionare le prestazione di un giocatore e influenzare i suoi compagni, che magari se ne accorgono e preferiscono non passargli il pallone, durante la partita? Tra l’altro una partita decisiva per partecipare all’Europeo: poi ci si lamenta se la qualificazione non arriva... Anche il fischio postumo solo perché ti sta sui cosiddetti ha poco senso: la freccia che fa più male ad un giocatore è sempre l’indifferenza. Se sei intelligente usi quella, lo ignori, lo reputo uno come tutti gli altri, non un idolo o un capitano o un fuoriclasse.
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