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Luciano Spalletti, orgoglio-tricolore: "Nei confronti del Paese"

Roberto Tortora
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A Coverciano si respira un’aria nuova, meno asfissiante di quella degli ultimi due mesi, e non solo per il caldo. Decisamente più rigenerante, come spesso accade a Settembre. Ad aprire la finestra e cambiare l’ambiente è Luciano Spalletti, che fin dal primo giorno ha cercato di eliminare la negatività che pervadeva l’universo azzurro dopo la mancata qualificazione al mondiale in Qatar e una mediocre Nations League. L’allenatore campione d’Italia si è presentato al gruppo con un’invocazione: “Che Gianluca Vialli ci protegga” e, con l’aiuto del nuovo capo delegazione, Gianluigi Buffon (uno che sa cosa vuol dire vincere), ha affrontato la prima seduta d’allenamento a Coverciano con il lavoro, tanto lavoro. Tattico, tecnico, psicologico.

Un discorso motivazionale che ha richiamato la storia della Nazionale e alla responsabilità che ciascun giocatore che veste la maglia azzurra ha nei confronti del Paese, dei tifosi e, soprattutto, dei bambini. A Napoli si è immerso nell’amore dei bambini che lo hanno spesso circondato a caccia di autografi a Castelvolturno e lui, con fare paterno, li ha anche ammoniti per non essere a scuola. Ora farà lo stesso con l’Italia. Un discorso, quello del Ct, che "ci ha emozionato", ha rivelato Manuel Locatelli.

 

Poi, certo, c’è il lavoro da selezionatore e le prime scelte, forti, sono fatte: fuori Bonucci, Jorginho e Verratti. Tre senatori, tre giocatori d’esperienza e qualità internazionale, tre colonne dell’ultimo trionfo europeo. E sarà un’Italia distesa sul campo con un 4-3-3 elastico che può diventare 4-2-3-1 con due mediani e un incursore offensivo. E una difesa a quattro che andrà plasmata daccapo. Si riparte, ovviamente, da Donnarumma in porta, a destra Di Lorenzo, il capitano napoletano e uomo fidato di Spalletti; quindi il laziale Casale e gli interisti Bastoni e Dimarco; in mezzo al campo Barella e Tonali assicurano quantità e qualità, bisogna vedere se con Cristante play basso o con un Pellegrini alle spalle del tridente.

Davanti Chiesa e Politano sugli esterni e Immobile o Raspadori come punta centrale. Questi ultimi due, diversi per caratteristiche, possono dare anche una variante all’interpretazione del modulo. Il capitano? Immobile è quello con più presenze, 56. Se non sarà lui, la fascia andrà sul braccio di un altro stabiese doc, Donnarumma: 24 anni, ma già otto anni di calcio a grandi livelli nel suo curriculum. E un europeo conquistato dopo 53 anni di attesa. Ora bisogna tornare ai mondiali, palcoscenico che lui non ha ancora mai vissuto.

 

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