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Roberto Mancini, "gli Dèi e i mortali": parole pesantissime, chi attacca

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Torna a parlare, Roberto Mancini, per spiegare ai tifosi azzurri l'addio alla Nazionale italiana ora che la nomina a ct dell'Arabia Saudita (a 30 milioni a stagione, per 4 anni) è diventata ufficiale e formale. Il mister jesino scrive un lungo post su Instagram e i suoi sembrano pesantissimi sassolini tirati fuori dalle scarpe e tirati con forza contro la Figc, il presidente Gabriele Gravina e qualche organo di stampa (Gazzetta dello Sport in testa) particolarmente dura nel commentare le sue dimissioni improvvise alla vigilia di Ferragosto. 

 

 

 

"Cari Tifosi, Voglio ringraziare tutti voi per il grande sostegno e la vera amicizia dimostratami da sempre, ed in particolare in questi ultimi giorni e ore frenetiche, che mi hanno visto non in panchina ma al 'centro campo'". "Le vostre testimonianze di affetto e di stima - continua Mancini nella sua lettera aperta - sono tutte contenute in parole importanti, vere e sincere come 'ricordati che sei il gol di tacco', 'l'uomo della vittoria extra time', 'non ti sei mai arreso, fino all'ultimo secondo', 'sei l'abbraccio dell'amicizia'. Ecco, le ho messe tutte in valigia e mi accompagneranno e mi ispireranno nell'affrontare le nuove sfide che mi aspettano".

 

 

 

L'ex ct rifiuta categoricamente, come ovvio, l'etichetta di "traditore" affibbiatagli e rilancia: "Immagino che sarete stati confusi da certe notizie di stampa. D'altra parte, informazioni false e manipolazioni sono esistite da sempre se già i poemi antichi erano pieni di false notizie, fatte circolare dagli dèi solo per confondere i mortali". "La tempistica - ribadisce - è unicamente quella che ho poi anche ribadito ieri in conferenza stampa, cioè il vero e concreto contatto con i rappresentanti della Federazione saudita risale al 18 agosto, nulla di più. E poi, per chi conosce davvero il calcio sa che i tempi di raggiungimento degli accordi sono sempre estremamente rapidi, anche di pochi giorni". Quindi allontana da sé l'ombra dei soldi: il calcio è sempre stata tutta la sua vita, conclude, e "a questa vita, per me l'unica, ho sempre associato parole fondanti come sacrificio, lavoro, merito e fiducia. Sì, fiducia. Perché ricevere la piena fiducia, con l'autonomia che ne consegue, è sempre stato il mio primo criterio di scelta nella relazione sia umana che professionale. Perché dove non c'è fiducia, non c'è calcio, né vittoria e né futuro". Un futuro e una fiducia he invece gli hanno profumatamente garantito gli sceicchi.

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