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Rubiales, "aggressione sessuale": il bacio alla calciatrice finisce in disgrazia

Daniele Dell'Orco
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Ogni giorno che passa diventa più intenso l’uragano che si sta abbattendo su Luis Rubiales. Ieri la Procura del Tribunale Nazionale spagnolo ha aperto un’indagine contro il presidente della Federcalcio iberica (Rfef) per un possibile reato di violenza sessuale, a seguito dell’ormai celebre bacio sulla bocca rifilato a Jenni Hermoso durante i festeggiamenti per la vittoria del mondiale femminile. La denuncia è stata presentata da Miguel Galan, presidente del Centro Nazionale di Formazione Allenatori di Calcio (Cenafe), davanti alla Procura di Madrid, che come da prassi ha rinviato il procedimento penale presso il Tribunale Nazionale: «Considerando le manifestazioni pubbliche della signora Jennifer Hermoso Fuentes, l’atto sessuale da lei subito e compiuto dal signor Rubiales non è stato consensuale - si legge in una nota -. Per questo motivo, la Procura del Tribunale nazionale ha aperto un procedimento istruttorio per l’accertamento dei fatti che potrebbero costituire un reato di violenza sessuale».

Ora, entro 15 giorni, la calciatrice Jenni Hermoso potrà contattare la procura della capitale spagnola per essere «informata dei suoi diritti di vittima» e «presentare denuncia», se lo ritiene. Nel frattempo, dopo essere stato sospeso per 90 giorni dal comitato disciplinare della Fifa, Rubiales, che ha rifiutato qualsiasi invito a dimettersi ribadendo la natura «consensuale» del bacio e puntando il dito contro il «falso femminismo» che vorrebbe farlo fuori, sarà sottoposto a procedimento disciplinare a seguito di denuncia del Governo davanti al Tribunal Administrativo de Deporte (TAD). A portare avanti quest'altra iniziativa è il Ministro della Cultura e dello Sport Miquel Iceta. Un modo per l’esecutivo iberico di prendere una posizione forte vista la sua composizione ideologica. In Spagna sia Unidas Podemos (attualmente parte del movimento Sumar) sia il Partito socialista del premier Pedro Sánchez (e del Ministro Iceta) fanno infatti del femminismo un vero e proprio cavallo di battaglia.

La Federcalcio spagnola, di contro, continua a difendere Rubiales (che è anche uno dei vicepresidenti dell'Uefa Executive Committee) ed ha chiesto l'intervento della Uefa per respingere le azioni del governo spagnolo. A difesa di Rubiales è scesa in campo anche la mamma, la signora Ángeles Béjar, che si è rinchiusa da ieri mattina nella chiesa della Divina Pastora a Motril e ha dichiarato uno sciopero della fame finché non si troverà una soluzione alla «caccia disumana e cruenta che stanno facendo a mio figlio, qualcosa che non merita». La donna ha chiesto a Jenni Hermoso di «dire la verità» e di «mantenere la versione che aveva all’inizio dei fatti» (nei secondi immediatamente successivi al fatto in sé la calciatrice non sembrava granché turbata e aveva dapprima scherzato sui social dicendo che il bacio non le fosse piaciuto, poi precisato ai canali della Federazione che quello di Rubiales fosse «un gesto di amicizia e gratitudine», «un gesto reciproco totalmente spontaneo, dovuto all’immensa gioia di vincere un Mondiale»).

Contro Rubiales, però, si stanno via via schierando praticamente tutti i pezzi da 90 del calcio spagnolo. Gli ultimi in ordine di tempo sono stati il presidente del Barcellona Joan Laporta (ai microfoni di Movistar Futbol ha detto: «Pensiamo che Rubiales debba dimettersi, non ci sono altre soluzioni. Come Barcellona rispettiamo la decisione della Fifa di sospenderlo. Non è giustificabile, il suo comportamento è stato inaccettabile, improprio e spiacevole. Direi anche vergognoso. Le giocatrici spagnole hanno il nostro sostegno incondizionato») e la leggenda ex blaugrana Andres Iniesta (su Twitter ha scritto: «Abbiamo un presidente che non vuole lasciare la poltrona, che non ha ammesso che il suo comportamento è stato inaccettabile e che sta inquinando l'immagine del nostro paese e del nostro calcio in tutto il mondo»). Un fuoco incrociato imponente, a cui sarà difficilissimo riuscire a resistere.

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