Gianni Agnelli, la rivelazione di Montezemolo: "Io raccomandato... ?"
“Enzo Ferrari è stato uno dei pochi fuoriclasse italiani del Novecento. E conoscerlo è stata una delle fortune della mia vita…”. Dice così Luca Cordero di Montezemolo ricordando il Drake, scoperto a ferragosto di oramai 35 anni fa, nel 1988, facendo calare il sipario di una vita irripetibile. L’ex presidente del Cavallino lo fa al Giorno, parlando poi del presente e di Charles Leclerc: “Se lo terrei oltre il 2024? Charles invece certamente lo confermerei, è bravo e non credo siano liberi piloti più forti di lui. Ma nel presente chi guida la Rossa è l’ultimo dei problemi. Io da presidente avevo costruito un Dream Team, da Schumi a Todt, da Brawn a Byrne…”.
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Montezemolo: “Agnelli mi chiamò dopo averlo difeso e…”
Da ex dirigente della Juve, invece, Montezemolo non prenderebbe Lukaku: “Neanche in foto, ha pure fatto perdere la Champions all’Inter”. Ricordando invece la figura di Gianni Agnelli, Montezemolo entrò nella vita dell’Avvocato “non raccomandandomi — dice ancora al Giorno — Invece dipese da una telefonata che io feci a un programma di Radio Rai. Era il 1972, la Ferrari andava male in F1 e il Commendatore era subissato di critiche, anche ingiuriose. Io ero un giovane tifoso, intervenni in diretta per difenderlo. Lui mi sentì, mi chiamò e mi offrì il ruolo di team principal, anche se allora si diceva diesse. Avevo 25 anni e zero esperienza. L’uomo era così, lungimirante e coraggioso”. Stare a contatto con Ferrari, invece, “era impegnativo — conclude — Ad esempio Enzo odiava le ferie, ad agosto mi teneva in ufficio, non sopportava che la gente andasse in vacanza. Ma era anche un tipo divertente”.
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