Marina Berlusconi, la confessione di Palladino: "Anche lei...". Ciò che nessuno immaginava
“Galliani lo scorso anno aveva detto chiaro e tondo che miravamo al decimo posto? Quest’anno l’obiettivo resta sempre la salvezza. L’ho detto alla squadra. Mi piacerebbe ripetere la scorsa stagione, ma questa sarà più insidiosa. Gli avversari ci conoscono, e dalla B sono salite squadre forti”. Dice così Raffaele Palladino in una lunga intervista a La Repubblica. Dove tocca diversi temi, compreso anche quello di Silvio Berlusconi, compianto presidente del club brianzolo che si è spento lo scorso 12 giugno. “Cos’è cambiato al Monza dopo la sua morte? Abbiamo perso una guida. Come ci ripete Galliani, dobbiamo dare il massimo anche per lui, che ci ha permesso di salire in Serie A e restarci. Mi manca anche personalmente. Lo sentivo spesso, andavo a trovarlo”.
Palladino: “Galliani mi ha chiamato, Berlusconi mi ha approvato da allenatore in una cena ad Arcore”
I temi a colloquio con Silvio erano molti: “Mi faceva complimenti, dopo le vittorie mi ringraziava — aggiunge Palladino —. Sono convinto che nel nostro piccolo gli abbiamo dato pensieri felici anche nell’ultimo periodo, segnato dalla sofferenza”. L’ex giocatore della Juve, promosso dalle giovanili, è diventato allenatore del Monza al posto di Giovanni Stroppa, in crisi di risultati nelle prime giornate di campionato, “grazie a Galliani — dice ancora Palladino —. Mi ha chiamato un lunedì mattina, dicendomi che mi voleva dare questa responsabilità, ma che mancava l’approvazione di Berlusconi. Siamo andati a cena da lui ad Arcore, mi sono sentito in famiglia. Di cosa avete parlato? Solo di pallone, per quattro ore. Ho capito subito che mi trovavo fra appassionati di calcio come me, comprese Marta Fascina e Marina”.
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Palladino: “Marina donna intelligente. Con il razzismo tolleranza zero”
E su Marina Berlusconi "sapevo che è una donna molto intelligente, ma mi ha sorpreso la sua competenza calcistica: i giocatori, gli avversari, le dinamiche di gioco — dice —. Ha parlato dei tempi del Milan. Il padre si fidava di lei in tutto. Avevano un rapporto bellissimo, una grande sintonia”. Quest’anno per la prima volta in Serie A ci sarà un giocatore che ha fatto coming out (Jakub Jankto, al Cagliari, ndr): “Perché nel calcio maschile si è sempre fatto finta che l’omosessualità non esista? Per ipocrisia. Ma credo sia arrivato il momento di superare le paure e vivere il tema con serenità. È una cosa normale. Siamo nel 2023, dobbiamo avere una mentalità aperta”. Mentre il razzismo negli stadi si supera con “tolleranza zero: condanne, segnalazioni, divieto di entrare allo stadio. Non so se fermare le partite sia efficace, ma si faccia tutto quel che serve. I compromessi non esistono”.
Palladino: “Allenare da ex calciatori? L’importante sono studio e lavoro”
Il sogno da allenatore per Palladino non c’è: “Non ho obbiettivi personali. Penso al Monza, mi concentro sul lavoro e tutto il resto sarà una conseguenza”. Come uomo neppure: “La verità è che in questo momento vivo per il calcio e basta”. Infine una riflessione sul ruolo di allenatore che un ex calciatore intraprende: “Aiuta essere stati calciatori per allenare, ma non è fondamentale — conclude Palladino a La Repubblica — Penso a Sacchi, Sarri o Mourinho. L’importante sono il lavoro e lo studio, anche di quello che fanno gli altri. Quando guidavo la Primavera progettavo di seguire gli allenamenti di tecnici di Serie A, ma le cose sono cambiate velocemente. Oggi sono miei concorrenti”.
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