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Addio Psg, Marco Verratti verso l'Arabia

Federico Strumolo
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Marco Verratti all’Al Hilal è una notizia che farà bene al conto corrente del trentenne abruzzese, meno al calcio italiano. L’asso del Paris Saint-Germain e della Nazionale, infatti, è pronto a firmare un accordo con la società di Riad che gli garantirà la bellezza di 52 milioni di euro netti per le prossime tre stagioni, per un totale di 156 milioni. Un’offerta da capogiro, a cui era difficile dire di no, che rischia però seriamente di concretizzare un paradosso: il miglior centrocampista italiano degli ultimi anni potrebbe non mettere mai piede in serie A. Verratti, d’altronde, dopo aver incantato con la maglia della squadra della sua città, il Pescara, vincendo anche il campionato cadetto nella stagione 2011/12, scelse di trasferirsi ancora 19enne a Parigi, prima di disputare il suo primo massimo campionato italiano (permettendo al Pescara di incassare 12 milioni). All’epoca non mancarono le critiche, ma la proposta di giocare sotto la torre Eiffel in un club dalle infinite ambizioni sarebbe stata allettante per qualsiasi astro nascente.

 

 

BASSO LIVELLO Ma se trasferirsi in Francia gli ha permesso comunque di restare nel grande calcio, crescendo sotto la guida di fenomeni come Zlatan Ibrahimovic e Thiago Silva (approdati al Psg dal Milan la stessa estate di Verratti), il discorso cambia, e molto, se si sceglie di sposare la causa araba. Perché per quanto la Saudi Pro League sia un campionato in evidente crescita, il calcio saudita rimane mediamente di basso livello e certamente poco allenante. Questo, ovviamente, può ripercuotersi sulla Nazionale, di cui Verratti è un pilastro dal 2012 (in totale le sue presenze in azzurro sono 55) e ha vinto l’indimenticabile Europeo nell’estate del 2021. Europei che, tra l’altro, si disputeranno proprio l’anno prossimo (in Germania) e a cui, a questo punto, potrebbe non partecipare il pescarese. Già in passato, infatti il commissario tecnico azzurro Roberto Mancini ha dimostrato di non convocare i giocatori emigrati al di fuori dell’Europa, come Lorenzo Insigne e Federico Bernardeschi, anche loro protagonisti del successo di due anni fa a Wembley, ma fuori dal giro della Nazionale dopo la scelta di trasferirsi in Mls a Toronto.

 

 

 

Il passaggio all’Al Hilal, inoltre, pare un assist ai tanti che negli anni hanno criticato Verratti, accusandolo di possedere sì un enorme talento, ma anche di essere privo di particolari ambizioni, o di leadership, e preferire il denaro alla gloria sportiva. Quel che è certo è che l’addio (o, si spera, l’arrivederci) al grande calcio dell’azzurro rappresenta l’ennesimo colpo basso al movimento europeo, che vede sempre più stelle salutare, preferendo i (tanti, tantissimi) soldi sauditi. All’Al Hilal Verratti comporrà un centrocampo da far invidia a tantissime squadre europee insieme al portoghese Ruben Neves e al serbo ex Lazio Sergej Milinkovic-Savic. Per fortuna che almeno Kylian Mbappé, considerato da molti attualmente il più grande calciatore al mondo, ha detto no all’offerta dello stesso Al Hilal, che metteva sul piatto 700 milioni in un solo anno, tra ingaggio (200 milioni) e accordi commerciali (altri 500 milioni): questione di ambizioni.

 

 

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