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Mondiali di scherma, l'ucraina punta la spada contro la russa: squalificata

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Clamoroso caso diplomatico ai Mondiali di scherma in corso di svolgimento a Milano. Nel primo turno della sciabola femminile l'ucrainia Olga Kharlan, campionessa del mondo in carica, ha deciso di affrontare l'avversaria russa Anna Smirnova, al contrario di quanto accaduto con lo spadista ucraino Igor Reizlin che si era rifiutato di salire in pedana contro l'avversario russo Vadim Anokhin. La favorita Kharlan ha vinto 15-7 ma al momento del saluto l'ucraina ha offerto l'arma mentre Smirnova la mano. Per questo motivo la Kharlan è stata squalificata e di conseguenza, al secondo turno, va avanti la bulgara Ylieva che avrebbe dovuto affrontarla. L'esclusione dalla gara individuale di sciabola dovrebbe portare anche all'esclusione dell'intera squadra dell'Ucraina dalla competizione a squadre, come previsto da regolamento. 

 

 

 

In tempi di Covid il regolamento permetteva il saluto con l'arma. Kharlan prima di salire in pedana aveva chiesto al presidente della FIE autorizzazione a salutare così, ponendola come condizione, altrimenti anche lei avrebbe rinunciato. La Smironva ha chiesto la squalifica dell'avversaria e ha atteso in pedana per oltre un'ora, seduta su una sedia, impedendo la prosecuzione della gara.

"La decisione di gareggiare? È stata una cosa che è cambiata di ora in ora, minuto in minuto, l'ha sofferta tanto, io sono stato vicino a lei in questi giorni: sono stati giorni complicati, per fortuna tutto si è risolto per il meglio. Credo sia il segnale più giusto, è un parallelismo con la guerra, combattere per portare a casa la vittoria. Alla fine la vittoria è arrivata", ha spiegato Luigi Samele, sciabolatore italiano e compagno dell'ucraina. Nel primo giorno di gara tutte le ucraine non erano salite in pedana per protesta contro la decisione della Federazione Internazionale di permettere alle atlete di nazionalità russa e bielorussa di partecipare a condizione che fossero neutrali e non appartenenti a corpi dell'esercito e gareggiassero sotto bandiera neutrale.

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